7.8.13

Il [terroristico] Diario Estivo 4




Siamo nel 2013 è vero. A volte me ne ricordo.

Dopo un inizio così pomposo qualcuno dovrebbe prendersi la briga di spararmi. Almeno di farlo in tempo, prima che ricominci a parlare di Ramona. Di quella volta che uscii pazzo a causa sua, proprio come Condor. Niente, troppo tardi.

Fu Ramona ad abbandonarmi. Fosse stato il contrario probabilmente non sarebbe mai entrata in queste pagine. Evidentemente nei ricordi sconvolgenti non c'è posto per chi soccombe.
Fu lei ad abbandonarmi, non io.
Questo almeno se vogliamo attenerci ai fatti, ma diciamoci la verità, se un terzo avesse osservato le cose da fuori avrebbe di certo trovato grandi responsabilità da parte mia. Questo terzo ficcanaso mi avrebbe anche definito un "sabotatore interno".
Sentite:

Era novembre e portavo una sciarpa rossa.
Al telefono Ramona disse: "Non mi aspettavo una cosa del genere da te. Sei tu quel folle di cui parlano al telegiornale?"
Mi ero barricato nell'ufficio del turismo di Bologna con una pistola, due fucili a pompa e 4 bombe a mano, pronto a far saltare in aria tutto se mi avessero catturato. Non ero molto esperto di esplosivi allora e di certo con delle bombe a mano non si poteva far saltare in aria un palazzo.
Non ne sono esperto nemmeno ora, non ho la minima idea di quello che può fare una bomba a mano.
Ero pronto a tutto.
Non ricordo esattamente perchè la mia reazione fu questa, ricordo che ero andato a chiedere informazioni su alcuni monumenti della città, ma poi si sa le cose degenerano.
La polizia parlava col megafono fuori dall'edificio. "Non faccia stupidaggini, esca dall'edificio con le mani sopra la testa". (o almeno credo, che ne so io delle tattiche della polizia?).
Mandarono un ambasciatore a trattare.
La polizia aspettò col fiato sospeso per 10 minuti. Il messo uscì con la faccia perplessa e si avvicinò in silenzio. "Vuole parlare con Ramona" disse alla fine.
I poliziotti si guardarono in faccia.
La telefonata era pronta mezz'ora dopo. "Ecco, Signor Pizzaballa, abbiamo la telefonata. C'è Ramona in linea, come da lei richiesto. Ora liberi il primo ostaggio! Una sola domanda, ma perchè ha fatto telefonare a noi, lei non aveva un cellulare?"

Ci pensai un attimo e in effetti aveva ragione.
La misero in viva voce e amplificata.
"Pier Pippo, sei tu?"
Sentire la sua voce in un'occasione del genere mi fece quasi commuovere.

"Non mi aspettavo una cosa del genere da te. Quindi sei tu quel folle di cui parlano al telegiornale?"
"Ramona io... "
"Perchè lo stai facendo?"
"Ramona perchè sei voluta andare a vedere i fuochi d'artificio di C. senza avvisarmi?"
"Pier Pippo ti ho detto mille volte che non sono andata ai fuochi quella sera, ma che sono a rimasta alla cena di famiglia"
"Potevi venire dopo cena e.."
"No. No, ancora con sta storia? Quella sera ho cercato di telefonarti ma avevi il cellulare spento, ricordi? Allora ho chiamato a casa tua per vedere dov'eri finito e tua madre mi ha risposto che erano ore che stavi nella tua camera da letto a fissare le pareti ripetendo che io ti avevo abbandonato"
"..."
"Io così non ce la faccio. Devi darmi una tregua, ok? Dai, torna a casa, vediamo di sistemare le cose."

Dalla finestra del palazzo i poliziotti videro sventolare una piccola bandiera bianca. Dopo pochi minuti tutti gli ostaggi uscirono dell'edificio e poi uscii io
con le mani sopra la testa.

Un mese dopo Ramona mi abbandonò.

Ora siamo nel 2013. Belzèbhl nerovolto entra ed esce dai miei sogni e mi terrorizza  e mi atterrisce, e tortura con le sue apparizioni improvvise d'ombra, la mia rarefatta tranquillità.
Ma ieri sera ho fatto un sogno vuoto. Non c'ero io nel sogno ma solo il bianco più splendente.
Io che nel sogno non ci sono, ma che non posso fare a meno di esserci, limito con l'occhio semi serrato una piccola porzione di spazio, e tre le pieghe delle palpebre isolo una minima misura di vuoto. Una vertigine bianca dagli effetti similari a un mancamento o ancor meglio ad un breve attacco d'asma.

Ciao (   )! dove diavolo eri finita?