8.9.13

Il [riflessivo] Diario Estivo 6



Ho detto che la mia estate è finita, la volta scorsa, eppure il diario estivo va avanti.
Qualche mese fa ho sognato di morire.
E' una cosa piuttosto frequente nei sogni, ma quella volta è stato diverso, perchè il sogno non è finito.
C'era una sorta di febbre che mi consumava e avevo molto caldo, e quando è stato il momento di morire ne ero consapevole. Poi son morto e non vedevo più niente; cioè, vedevo solo il bianco, anzi no, il trasparente. Ed era ancora caldo.
Sono stato per un bel po' così prima di svegliarmi.

Il diario estivo va avanti nello stesso modo, oltre la morte.

Ed ora uno stinto cavallo di battaglia preso di pacca dal vecchio Diario estivo.
Il suddetto cavallo comincia con una domanda (poi ce ne saranno altre a seguire).
Ecco:

Chissà che uomo sarei se avessi frequentato di più il saggio Teo, mi chiedevo l'anno scorso e mi chiedo anche oggi. Sarei un uomo? Sarei?
Pochi insegnamenti suoi mi hanno fatto capire moltissime cose. Da pochi comportamenti, da pochi principi, ho creato mondi.
Chissà, se invece di fare quello che ho fatto avessi fatto altro, cosa sarei adesso. Chissà se leggendomi dieci volte all'anno il vangelo, attraverso ardite interpretazioni, sarei arrivato alle stesse conclusioni.
Ormai quel che è fatto è fatto, e in assenza di risposte autorevoli continuo pessimisticamente a pensare che se avessi frequentato di più il saggio Teo, avrei acquisito ogni anno come minimo il 10% di figaggine in più.

Poteva prendermi in giro il maestro, per la mia sufficienza e per le mie banalità e aveva ragione.
Era il maestro, avrebbe potuto anche ignorarmi e avrebbe avuto comunque ragione.
Ebbe ragione.

Domine non sum dignus.

Ma magari posso sforzarmi e dire più ottimisticamente che quel poco era quello che mi bastava, o meglio che le uniche cose che ho sentito sono quelle che ho voluto sentire e sarebbero state in ogni caso quelle (come col vangelo ecc. ecc.). O meglio ancora potrei dire che con qualcosa in più il saggio Teo mi avrebbe portato fuori strada e ora sarei una persona peggiore.

Ma ora basta: la realtà è quello che è. Farsi tali domande è come chiedersi se è esiste Dio:
esiste Dio? solo Dio può saperlo.

Ora però vado. Vado veramente eh.








3.9.13

Il [semplice] Diario Estivo 5



Già, dov'eri finita?
L'ultima volta che ti ho vista eri sparsa nel bianco. Tanto che "vista" non sembra essere il verbo più opportuno. Oggi che è la mia estate ad essere finita mi chiedo se veramente esisti  al di fuori di qui.
Me lo chiedo: esisti veramente al di fuori di qui?
Forse no. Le tue splendide qualità sono una media tra il tuo mondo e questo mondo qui, che del resto è anche il mio.
Quale delle due sia veramente tu non mi è dato sapere.
Se quella di là nel mondo reale o quella che si librava nell'aria, staccata di diversi anni luce da ogni realtà plausibile.

(   ): di te mi son fatto l'idea che se ti concentri sulla totalità finisci per perdere il respiro.
Molto meglio concentrarsi sui particolari. Il particolare è di questo mondo, il generale è prerogativa oltreumana; meglio non pensarci.
Forse solo il saggio Teo avrebbe avuto una spiegazione per me.

E poi nel mezzo del caldo c'è stato qualche sprazzo di realtà che mi ha spiazzato e ho iniziato a connettere i due mondi, tanto che ho finito per confondermi e non capirci più molto.
Tutt'ora ho il dubbio di aver sognato, un po' come accade per certi ricordi sotto la soglia di coscienza dei quattro anni.
Ho sognato anche un tramonto Antartico, che -penso non casualmente- è sempre qualcosa che non so se esista. Esiste il tramonto in Antartide?

Ripartiamo da capo, ripensiamo a cose semplici, atteniamoci a pochi particolari. Noi chi?
Noi, io, te, chiunque.
Guardando solo ai particolari non sembriamo disegni tanto complessi.

Prendiamo ad esempio Ramona e prendiamo Puzzle Bubble: quella sera dei fuochi non dissi niente a Ramona di quanto c'ero rimasto male. Stetti zitto e basta. Solo a fine serata mi disse che le ero sembrato un po' strano e io negai anche quello, e mentre lo facevo due distinte fazioni si fronteggiavano a colpi di mitra nella mia testa e io portavo con me delle bombe a mano e sequestravo l'ufficio del turismo a Bologna.

Era la paura di sbagliare inaspettatamente che mi portava a sbagliare apposta, l'ho capito giocando a Puzzle Bubble e ho capito come affrontare questa paura.
Puzzle Bubble è un universo piccolo ed è anche il mio maestro di vita. P.B. dice anche: "Sii umile, tu puoi prendere lezioni da chiunque, sappi questo".

Questo è tutto quello che sono.
Sulla mia lapide si scriva solo "Qui giace Pizzaballa, splendido giocatore di Puzzle Bubble".


Non so se riuscirò a vedere mai il tuo disegno completo, (    ).
Intanto arrivederci.