27.1.12

Storia di musica e scatolette


Sono in macchina e guido verso C. e accendo la radio.

La musica che passano in radio è tutta brutta. Quella italiana poi è assolutamente orrenda.
Nel mio paese ideale, i servizi segreti dovrebbero occuparsi di diffondere buona musica invece che spiare i partiti d'opposizione o in generale scassare le palle.
Il Sismi o Aise, o come diavolo si chiama, dovrebbe prendere i ragazzi più fichi di tutte le scuole della repubblica e passar loro sotto banco dei cd di ottima qualità. E questo per ogni genere musicale. E soprattutto, pagarli perchè li diffondano.
Questo dovrebbe cominciare già dalle medie. Non c'è tempo da perdere.
E' in ballo il futuro dei nostri ragazzi.

Intanto che spengo la radio, sono arrivato al negozio per animali, scendo dalla macchina e ora entro.

Non sono io ad avere un gatto. E' mia madre.
Ma in genere quando ha bisogno di comprargli le scatolette mi offro volontario.
Entrare nei negozi per animali mi mette fame. D'altronde i gusti delle vaschette hanno nomi davvero invitanti.

Arrivo alla cassa.
"Devo pagare queste" .
 La cassiera inizia a passare le scatolette sopra il coso lì che non mi viene in mente come si chiama.
"Non sono per me", dico.
"Immaginavo, tu non mi sembri un gatto"
"No, intendo che il gatto è di mia madre"
"D'accordo, non ha bisogno di giustificarsi, è tutto a posto"
Mi piace come parla, è spiritosa, è carina. La sposerei.

"Certo che i prezzi per le scatolette sono aumentati" dico.
"Un po' forse, ma certo che hai preso le Alta Qualità."
"Il mio gatto si rifiuta di mangiare scatolette di rango inferiore"
"Ma non era di sua madre il gatto?"
"Senti, quant'è?"
"7 euro e 50".
Ho solo una banconota da 5 euro in tasca, e neanche uno spiccio.
Mi scoccia tornare alla macchina per prendere il portafoglio.
Tiro fuori dalla tasca la mia pistola.

"E' una rapina. Stai calma e non ti succederà niente".
La ragazza mi sembra piuttosto scossa. Non se l'aspettava.
"Metti tutto nella sporta e buttaci anche 5 di quelle "Gourmet gold" e 7 di quelle
"Diamant!".
Prendo il sacchetto e indietreggio verso la porta con la pistola ancora puntata verso di lei.

"E comunque si, il gatto è il mio" dico, e fuggo verso la macchina.

...


E si, insomma è vero, ho un gatto, non so come possa essermi capitato. Non sono un tipo da avere animali.
Come ha detto la cassiera "Non hai bisogno di giustificarti. E' tutto a posto".
E allora se lo dice lei ci credo. Mi calmo un po'.
E' che non aderire alla mia personalità mi dà molto fastidio. Sono molto razzista nei confronti delle cose che non mi appartengono. 
Però alla fine, il gatto non è totalmente estraneo al mio modo di essere. Solo che forse lui la pensa uguale a me. Anche lui forse è scocciato dal convivere con un animale.
D'accordo, non penso sia affatto vero che gli opposti si attraggono; bisogna avere interessi comuni, passioni comuni, somigliarsi almeno un po' ecc ecc. ma anche essere due persone uguali nella pigrizia non va mica bene. Fosse per il gatto, io morirei di fame.
Io sono un po' meno estremista e forse è questo che salva la nostra relazione.

Sono in macchina, guido in direzione opposta a C. e accendo la radio.

3 commenti:

  1. Chapeau!
    Non so cosa significhi, ma amo scriverlo, di tanto in tanto.

    RispondiElimina
  2. Crepes suzette, mon amì! Crepes suzette!

    RispondiElimina
  3. Geniale PierPippo, geniale.

    RispondiElimina