31.1.12

I Titolisti

Non sono nemmeno certo che questo termine esista.
Di sicuro loro esistono.

I Titolisti che mi incuriosiscono, anzi, che mi affascinano di più, sono quelli che traducono in italiano i titoli dei film stranieri.
E lo fanno per te, per mettere più a tuo agio la tua capacità di apprendimento.
Non ho neanche ben capito se facciano parte di una setta segreta, tipo Herbalife, oppure se chiunque, dopo un percorso di studi adeguato, possa ambire a questo status.
Una cosa è certa: per trasformare un tranquillo "The Guard" in uno spumeggiante "Un poliziotto da happy hour" bisogna avere del talento, signori. Non prendiamoci in giro.
Il Titolista sa quando è il caso di dare quel tocco di vivacità in più.
Ma sa anche quando è il caso di normalizzare, di fare in modo che la tua immaginazione non prenda il volo.
"Flypaper"? E che è?
"Le regole della truffa". Meglio, molto meglio!
E pazienza se il messaggio del film e l'intento del regista vanno completamente a farsi fottere. Qusiquilie, per un Titolista che si rispetti.

Il perfetto Titolista è costantemente sul filo del rasoio. Deve barcamenarsi ogni volta tra sobrietà ed inventiva.
Il bravo Titolista è sempre accanto a te durante la visione del film. Che tu sia al cinema o sul divano di casa tua, lui è lì, preoccupato che la tua psiche non venga turbata da un misterioso "Albino Alligator". Non sia mai. Lui è lì, pronto a intervenire con il più rassicurante "Insoliti Criminali".
E agisce così perchè ti vuole bene, mica perchè spera di fare qualche incasso in più ( a costo di snaturare il senso del film) con un titolo che riecheggi il celebratissimo "I Soliti Sospetti", di pochi anni prima.

Eh già, caro amico. Converrai con me che stavolta the winner non è Kevin Spacey. The winner è il Titolista

30.1.12

Alcune false credenze sul continente australiano




Nonostante sia stata scoperta ormai da molto tempo, l'Australia rimane per noi europei una terra abbastanza oscura. Ma grazie alle scoperte dei nostri scienziati e dei nostri inviati (Fuji in testa), possiamo oggi sfatare molti falsi miti riguardanti questa landa estrema.
Innanzitutto non è affatto vero che gli abitanti di tutta l'Australia camminino a testa in giù. Solamente gli abitanti della Tasmania, a causa dell'estrema latitudine. Nel resto dell'australia la pratica è in disuso almeno dal 1957, anno in cui gli europei scoprirono il continente e la abolirono inorriditi.
Naturalmente essa sopravvive in alcuni paesini di campagna, ma oramai è praticata solo dagli anziani.
Ma i luoghi comuni sono duri a morire, come la mafia per gli italiani, e le ranocchie per i francesi.

Ma procediamo.

27.1.12

Storia di musica e scatolette


Sono in macchina e guido verso C. e accendo la radio.

La musica che passano in radio è tutta brutta. Quella italiana poi è assolutamente orrenda.
Nel mio paese ideale, i servizi segreti dovrebbero occuparsi di diffondere buona musica invece che spiare i partiti d'opposizione o in generale scassare le palle.
Il Sismi o Aise, o come diavolo si chiama, dovrebbe prendere i ragazzi più fichi di tutte le scuole della repubblica e passar loro sotto banco dei cd di ottima qualità. E questo per ogni genere musicale. E soprattutto, pagarli perchè li diffondano.
Questo dovrebbe cominciare già dalle medie. Non c'è tempo da perdere.
E' in ballo il futuro dei nostri ragazzi.

Intanto che spengo la radio, sono arrivato al negozio per animali, scendo dalla macchina e ora entro.

21.1.12

La luce di Gennaio

Quando il primo raggio di sole sconfisse la tenue resistenza delle tendine in nylon rosa (rubate in un autogrill dove la barista era troppo impegnata a mescolare birra chiara e seven up) e spezzò debolmente l'oscurità della stanza, rivelò un'ombra di tristezza sul volto di Lei.
Apatie, silenzi, disillusioni palpabili tra due persone.
I minuti passavano in silenzio e i pensieri di Lui, sebbene estremamente disparati e sconnessi, convennero su un punto insindacabile, e cioè che Mia Wallace aveva dannatamente ragione, con tutte le conseguenze e gli imbarazzi del caso.

Non ci è dato sapere i pensieri di Lei.
Non ci è quasi mai concesso conoscere i pensieri di Lei.

Lui stappò una birra, accese la televisione. "Gara di solidarietà per i naufraghi", l'imponente apertura del Tg mattutino. Pensando che si trattasse di un servizio dedicato al naufragio di qualche barcone di clandestini, spense la tv stizzito.
Diede un'occhiata ai giornali, la rubrica "Terrazza con Vista" de La Voce lo rianimò per un breve istante.
Si accese una sigaretta, distese le gambe e ripensò alla sua vita. Ripensò a quella volta che, intervistando Melissa Satta, lei gli rispose "Faccio sesso 7/10 volte a settimana". Lui ritenne che fosse una risposta magnifica, nonostante le avesse chiesto la sua opinione sul referendum contro il nucleare.
Poi si alzò, si avvicinò a Lei, le diede un bacio sulla fronte, le disse qualcosa all'orecchio e uscì dalla stanza.

Lo attendeva un'intervista con Sara Tommasi. La vita non era poi così malvagia.

18.1.12

la rivoluzione parte da lì

Anno Domini 2012.
La Sicilia insorge. Contro il carovita, le crescenti imposte e le mancanze della classe dirigente, c'è un'intera isola che si blocca. Ferma strade, autostrade, pompe di benzina, affermando con forza che in Italia c'è davvero qualcuno che "non ce la fa più". La chiamano "la Rivolta dei Forconi".

Tuttavia, scommetto che tu, lettore disattento che osservi la pagina web del tuo giornale preferito la mattina, questa notizia non la leggerai. Scommetto che tutta la tua attenzione, il tuo sgomento, il tuo sdegno, saranno catturati dalle tristi vicende del Concordia e dell'incapacità di chi poteva salvare delle vite e non l'ha fatto, descritte con perizia nei titoloni delle nostre testate nazionali.
Ma ovviamente non incolpo te, caro lettore, che nella fretta mattutina arriverai sì e no al terzo titolo, se nello sgomento generale per i lutti del Concordia, non arriverai a sapere che in una regione della tua nazione è scoppiata la rivoluzione.
Incolpo un certo tipo di informazione che evidentemente affettua una selezione tra le negligenze umane, ponendo in primo piano solo quelle più eclatanti, tralasciando invece gli esiti di altre negligenze. Incolpo chi questi esiti li sussurra soltanto, tacendo così, implicitamente, altre mancanze: quelle di derminati governanti che hanno lasciato l'Italia in bilico, senza lungimiranza, senza interessi verso ciò che è collettivo, comune.

Al di là di questa digressione, il suddetto post era solo finalizzato a dire che, nel 2012, anche in Italia la rivoluzione si scopre su facebook.

13.1.12

Un porno signore


Caro cugino,  
innanzitutto ti ringrazio dei fiori e dei cioccolatini, non dovevi. Cioè, non dovevi proprio mandarmeli, non mi paiono regali adatti a un cugino, te l'ho detto mille volte!
E comunque non ho tempo, né di ammirare fiori né di mangiare cioccolatini.
Non ho tempo per niente, da troppo tempo. Da sempre. E intanto il tempo diminuisce sempre.
Ma sono tutte cose che saprai, come le sanno tutti.

4.1.12

Sirene

Tira vento oggi a Melbourne.
Che poi non è una novità. Ma questo è un vento più feroce del solito, rovente, un vento che asciuga gli occhi e alleva incendi.
Aria di fucina, più che di città.
Un vento da chiudersi in casa ad aspettare che il mantice si fermi, che la notte scenda a ricompattare l'asfalto pastoso. E invece te ne stai seduto in tram, con questa canzone di Capossela che ti rimbalza tra le orecchie, e pensi che nei viaggi veri, i viaggi degli uomini, non di Ulisse né dei villaggi Valtur, la differenza principale con la vita vera, quella che c'era prima e tornerà poi, è che, qui, lo sforzo serve per fermarsi, per convincersi un poco a restare.


1.1.12

Fantastic Little T.

Little T. è basso di statura, Little T. è al di sotto del normale.
Little T. ha una testa piccola, occhi piccoli, un corpo piccolo. E' un adulto dalle fattezze minime.
Little T. lo chiamo così proprio per questo. Perchè è piccolo.

Little T. non è certo un intellettuale. Mi racconta la sua vita, lo squallore della sua vita sessuale, le donnacce che frequenta.
Little T. al sentimento preferisce il pagamento.
L'alienazione della sua vita lavorativa, Little T la racconta con una verve narrativa stupefacente.
Dice di essere come Chaplin in Tempi Moderni.  Lui aveva previsto tutto, dice.

Little T. ha una casa in montagna. Nella sala principale c'è un quadro dell'ultima cena. In un altra parete c'è appeso uno slittino con su scritto "Lamborghini".
Little T. ama i formaggi. Appena arrivati a casa sua abbiamo fatto una degustazione. "Bisogna mangiare bene" è il suo motto.

E' anche appassionato di petardi Little T.
Afferma che se nel 2012 il mondo non finisce da sè, lo butta giù lui. Con un petardo.

Little T. è fascista.
Dico a lui e a i suoi amici che io sono ebreo, e che i miei nonni erano stati deportati in un campo di concentramento. Sembra bersela e interrompe l'esecuzione di "Giovinezza".

Dopo il famigerato inno, Little T. mette di seguito, nello stereo Cochi e Renato, Giorgio Gaber, Fred Buscaglione, Fabrizio De andrè, seguendo una scaletta musicale dall'insondabile criterio ideologico.

Una precisazione: Little T. non è Little Tony.
Little Tony infatti era alla tv e cantava in diretta per il capodanno di canale 5.
Mi sono chiesto come dev'essere festeggiare l'ultimo dell'anno in televisione. E ancora mi sono chiesto: potrei mai finire come Little Tony? E' una fine dignitosa? Fa bene? O si vende come una prostituta, per quanto vecchia?
Questo mentre stavo seduto ad ammirare estatico i festeggiamenti, appena 10 minuti dopo la mezzanotte.
Little T. stava sparando petardi divertendosi come un ragazzino.

Little T.è un personaggio impalpabile, irreale, da racconto, da filastrocca. Ma una cosa è quasi certa.
Se Little T. non fosse esistito davvero, non ci avrei fatto il capodannno assieme.