20.10.12

Nobel a crocette


Col Nobel per la Pace all'Unione Europea la possibilità che questo premio venga conferito a cazzo si trasforma da sospetto a trend:
  • 2007 - Al Gore (le cui opere più note sono un documentario e l'aver perso le presidenziali USA contro Bush)
  • 2009 - Barack Obama (la cui opera più nota è l'essere nato nero)
  • 2012 - Unione Europea (le cui opere più note sono due guerre mondiali, l'euro e la macellazione del welfare)
La casistica parla da sé.

Naturalmente c'è chi si schiera a favore e chi no.

Dando voce ai giudici, l'EU è stata premiata poiché
"per oltre sei decenni ha contribuito all'avanzamento della pace e della riconciliazione della democrazia e dei diritti umani in Europa"
Mettiamo i pesi al sopracciglio e tralasciamo le considerazioni su ciò che ha fatto fuori dall'Europa, e su ciò che comunque ha deliberatamente lasciato si facesse al suo interno.

Ora prendiamo mio nonno. Mio nonno ha passato, per quanto ne so, praticamente tutta la sua vita coniugale menando sua moglie, pare che durante la guerra abbia sparato a un fascista, ha lasciato agli eredi l'attività di famiglia e aveva la passione della caccia.
Merita perciò d'essere intitolato Cavaliere del Lavoro?

E cazzo c'entra?

Appunto. Qualsiasi individuo, metti Giovanni, non fa tutto quello che fa per fini superiori o per garantire benessere diffuso o diritti umani universali ad amici, parenti o popolazione mondiale. Soprattutto, non compie solo azioni per cui chiunque gli sarà grato.
Più che altro fa ciò fa perché deve, perché, se non necessità congenite, sono comunque passi fondamentali per la sua esistenza e pezzi di un percorso più o meno obbligato.
Ad esempio Giovanni, raggiunta una certa età, sarà orientato a cercarsi un lavoro, a meno che non sia di famiglia benestante o interessato a fare un giro sull'emozionante giostra della miseria nera, che un posto libero ce lo trovi sempre.

L'eventualità che Giovanni sia ricco di famiglia è poi presumibilmente giustificata dal fatto che un un suo più o meno prossimo antenato si sia arricchito tramite una qualche forma di lavoro, ma ciò non significa che l'abbia fatto perché quell'esecrabile individuo che Giovanni (probabilmente) è potesse passare la sua futile vita senza muovere un dito.
Insomma, conseguenze di percorsi obbligati possono portare vantaggi altrui, anche se non necessariamente indirizzate a tal fine.
Fanno eccezione le Famiglie Reali.

Se poi Giovanni è un organismo sovranazionale occidentale moderno, è normale che tra le cose di cui si deve occupare siano incluse anche la lotta alla fame nel mondo, la scolarizzazione dei paesi sottosviluppati e Borghezio parlamentare europeo. Ma questo non significa che Giovanni faccia ciò perché buono, altruista o leghista.
Infatti Giovanni fa anche i bombardamenti in Libia e i cantieri TAV.

Può fare tutto ciò bene o male, in un modo o in un altro, comunque lo fa, perché deve. E, in linea di principio, questa è una fortuna: in una rappresentanza sana i percorsi obbligati sono molto più efficaci delle scelte etiche, poiché vincolanti, indipendentemente da volontà e inclinazioni individuali dei soggetti al potere.

Se mio nonno fosse stato uno sdraio da spiaggia avrebbe passato l'intera esistenza imbevendosi di crema abbronzante, sudore e sodoku.
Libero arbitrio zero e stop.
Poi possiamo dire che mio nonno, con la sua esistenza antropomorfa, ha dato un fondamentale contributo alla mia, di esistenza, facendo sì che io possa passare il mio tempo zavorrando internet di pseudo-informazione in blog sconosciuti a cui cerco di migliorare il ranking tramite blandi espedienti SEO. Questo mi rende mio nonno molto caro, quantomeno sul piano funzionale, ma sono abbastanza certo che, adottando una prospettiva macro, i vantaggi di ciò non siano altrettanto evidenti.
"Ma il nonno di Mandela invece?"
Diranno i miei piccoli lettori.
E quello della mia compagna di stanza che regola il termostato del frigo al massimo portando i miei pomodori al surgelamento, dico io?

Cazzo centra?
Appunto. Torniamo al Nobel.

Io, che sotto questa scorza di cinico bastardo conservo l'animo algido e idealista di un boyscout altoatesino, ritengo che una cosa come il Nobel per la Pace veicoli un valore, un significato intrinseco, che ne fa un simbolo potente. Cioè, non è il premio miss Maglietta Bagnata Riccione estate 2012 (riconoscimento comunque non privo di valore), è lo stramaledetto Nobel per la Pace, già conferito a Jean Henri Dunant, Martin Luther King e Lech Wałęsa. Mica cazzi.

Risparmio il pippone.

Il fatto è che a Oslo, invece, paiono non vederla così.
Direi che i norvegesi hanno più una concezione di Nobel per la Pace tipo patacca con scritto “Bimbo a bordo” da appiccicare sul lunotto posteriore, al fine di dissuadere un eventuale tamponatore ossessivo-compulsivo dal ridurre la vostra utilitaria a scatoletta giocando all'autoscontro sulla tangenziale; in nome del diritto del vostro pargolo di apiccicare, un giorno, un identico adesivo sul suo lunotto posteriore.
E così via.
Una cosa dalle ammirevoli intenzioni e, alla prova dei fatti, totalmente inutile. Questo lo stato dell'arte del Nobel per la Pace nel 2012.
Assegnato dopo un test a crocette, direi.

1 commento:

  1. io sono interessato al nonno di quella che ti congela i pomodori!!

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