12.4.12
Famiglie di destra
"Certo che queste nuove tasse sono proprio una bella mazzata."
"Si, davvero."
"Ma io mi chiedo come si fa a risollevare l'economia in questo modo? Se un giovane ha i soldi in tasca compra tantissime cose e l'economia ne trae giovamento. Ma se tu un giovane lo fai restare precario a vita, come farà ad andare avanti?"
"Eh già. Massì e loro in tanto non fanno niente. Tanto son tutti uguali."
E intanto io bevevo un crodino e pensavo: "ma non votavate Berlusconi fino a poco tempo fa? E la legge Biagi? E...?" E prima ancora di terminare questi pensieri, per non proseguire mi sono strozzato di colomba con le mandorle e affogato di crodino. E in questo modo ho onorato la Pasqua del Signore.
8.4.12
Bighelloni ed Elicotteri
Non posso fare a meno di notare, con una punta di rammarico, che non si parla più di un annoso problema che in passato aveva avuto un discreto appeal: quello del "bighellonaggio".
Ricordo che, in più di una città d'Italia, erano state emesse numerose ordinanze comunali che affrontavano con lucidità la questione: spuntarono come funghi divieti di assembramento di una o più persone in determinate zone di suolo pubblico, e in determinati orari, per preservare il bravo e produttivo cittadino. Decisioni che fecero scalpore.
Io sono sempre stato completamente d'accordo con questa politica. Anzi, se fosse dipeso da me, avrei proibito persino l'assembramento di una sola persona, e in qualsiasi orario, perchè suvvia, un potenziale bighellone non ha certo bisogno del branco per arrecare danni alla brava gente.
Ora però non se ne parla più, oppure lo si fa in maniera molto ridotta. Forse che i bighelloni non fanno più paura? Oppure si ritiene che il problema sia stato risolto, che la battaglia sia stata vinta? Io non capisco, davvero. Sarà che sono paranoico, ma ogni volta che metto il naso fuori di casa ho sempre il fottuto timore di incrociare uno o più bighelloni. E la paranoia gioca brutti scherzi, non sei più sicuro di niente e il cervello inizia a viaggiare per conto suo..
E se, ragionando per assurdo, mentre mi trovo a disquisire placidamente di filosofia in un parco con i miei amici trangugiando bevande moderatamente alcoliche, venissi scambiato io per bighellone, come reagirei? Come giustificherei l'accusa di bighellonaggio al cospetto di ronde di carabinieri convinti di cogliermi sul fatto?
E' una cosa che non mi fa dormire.
Come per tante altre cose, anche per affrontare tale situazione necessiterei di modelli di comportamento, per cui avrei bisogno di immaginarmi la reazione ipotetica di personaggi più o meno noti in questa circostanza:
GIORGIO CANALI: prenderebbe a testate il pulotto bestemmiando.
Mi piacerebbe tantissimo reagire in modo così carismatico, ma non ne sarei in grado
JAY e SILENT BOB: grazie alla parlantina dello spilungone sarebbero in grado di intortarsi lo sbirro riuscendo per di più a vendergli un buon quantitativo di droghe varie.
Anche questa da escludere, non sono tagliato per queste cose
FRANCESCO BELSITO: farebbe ricorso a fondi di dubbia provenienza per giustificare l'improbabile figura del "tesoriere bighellone"
Non male come idea, ma ho il sentore che non finirebbe bene. Reazione da scartare
REMO GASPARI: svicolerebbe ricorrendo al suo asso nella manica, l'elicottero finanziato dallo stato parcheggiato proprio di fianco al parco.
Ecco, sento che questa è perfetta. Datemi un elicottero, voglio darmi al bighellonaggio!
Ricordo che, in più di una città d'Italia, erano state emesse numerose ordinanze comunali che affrontavano con lucidità la questione: spuntarono come funghi divieti di assembramento di una o più persone in determinate zone di suolo pubblico, e in determinati orari, per preservare il bravo e produttivo cittadino. Decisioni che fecero scalpore.
Io sono sempre stato completamente d'accordo con questa politica. Anzi, se fosse dipeso da me, avrei proibito persino l'assembramento di una sola persona, e in qualsiasi orario, perchè suvvia, un potenziale bighellone non ha certo bisogno del branco per arrecare danni alla brava gente.
Ora però non se ne parla più, oppure lo si fa in maniera molto ridotta. Forse che i bighelloni non fanno più paura? Oppure si ritiene che il problema sia stato risolto, che la battaglia sia stata vinta? Io non capisco, davvero. Sarà che sono paranoico, ma ogni volta che metto il naso fuori di casa ho sempre il fottuto timore di incrociare uno o più bighelloni. E la paranoia gioca brutti scherzi, non sei più sicuro di niente e il cervello inizia a viaggiare per conto suo..
E se, ragionando per assurdo, mentre mi trovo a disquisire placidamente di filosofia in un parco con i miei amici trangugiando bevande moderatamente alcoliche, venissi scambiato io per bighellone, come reagirei? Come giustificherei l'accusa di bighellonaggio al cospetto di ronde di carabinieri convinti di cogliermi sul fatto?
E' una cosa che non mi fa dormire.
Come per tante altre cose, anche per affrontare tale situazione necessiterei di modelli di comportamento, per cui avrei bisogno di immaginarmi la reazione ipotetica di personaggi più o meno noti in questa circostanza:
GIORGIO CANALI: prenderebbe a testate il pulotto bestemmiando.
Mi piacerebbe tantissimo reagire in modo così carismatico, ma non ne sarei in grado
JAY e SILENT BOB: grazie alla parlantina dello spilungone sarebbero in grado di intortarsi lo sbirro riuscendo per di più a vendergli un buon quantitativo di droghe varie.
Anche questa da escludere, non sono tagliato per queste cose
FRANCESCO BELSITO: farebbe ricorso a fondi di dubbia provenienza per giustificare l'improbabile figura del "tesoriere bighellone"
Non male come idea, ma ho il sentore che non finirebbe bene. Reazione da scartare
REMO GASPARI: svicolerebbe ricorrendo al suo asso nella manica, l'elicottero finanziato dallo stato parcheggiato proprio di fianco al parco.
Ecco, sento che questa è perfetta. Datemi un elicottero, voglio darmi al bighellonaggio!
4.4.12
De Gregori killer / vol. 2
[seconda parte di questa storia]
Successe dunque, che un'estate di vari anni fa svalvolai e mi invaghii della persona più sbagliata possibile per tutta una serie di motivi che sarebbe qui difficile elencare. Se ci ripenso oggi mi pare impossibile comprendere come ciò sia capitato.
Si, va bene, Guido era un tipo simpatico e coltivavamo anche gli stessi interessi. Ma era pur sempre un uomo!
Andò così: il 4 agosto era prevista grande festa a Lido degli Estensi per non so bene quale strambo patrono locale.
Io e una comitiva di amici, tra cui Guido, formiamo una sorta di task force del divertimento con prevista tirata fino all'alba.
Ore 20.30 in piazza gran concerto di Francesco De gregori.
Eppure già dovevo presagire il peggio dopo tutto quello che mi aveva fatto. Ma il male è infido e si nasconde con cura.
Arriviamo a concerto abbondantemente iniziato e sobriamente ubriachi nel momento in cui De gregori sta eseguendo le ultime canzoni spensierate; le ultime spensierate prima del gran finale.
Rimmel arriva come un fendente a disarmarmi. La Donna cannone è il colpo del K.O.
Folla che canta in coro, pianto assicurato.
Io e Guido parliamo per tutta la notte e fino a mattina, nonostante io non sia affatto un tipo loquace.
Quella sera, nella ressa avrò preso calci, pugni, spallate, zolle di fango, di tutto; ma sarebbe potuto anche
emergere Godzilla dalle viscere della terra per divorarmi che io non avrei fatto una piega, ne son sicuro.
Provavo stima per lui, per le cose che diceva, per quello di cui parlavamo. Senza dubbio.
E così svalvolai e per quell'estate non mi riuscì di pensare ad altro.
Colpa della sua particolarità? Colpa della mia estrema emotività?
NO. Colpa di De gregori. Ora lo capisco appieno, ma allora no: solo De gregori poteva farmi innamorare di un uomo. Di tutti gli scherzi che mi ha tirato, questo è il più basso.
Strano a dirsi, ma anche l'estate successiva ci fu De gregori e anche quell'estate ci fu una storia totalmente sballata.
3.4.12
De Gregori Killer / vol. 1
Ultimamente mi commuovo come una bambina. Non è colpa mia, è che invecchio, anche se di poco, ogni giorno, da un po' di tempo a questa parte.
Prendiamo De Gregori per esempio: perchè mi fa piangere?
Quando ero bambino c'era una sua cassetta nella macchina di mio padre. "** ******* * ** ********", una registrazione di una tournè del 19**.
La si ascoltava pressochè sempre, in macchina e questo fa di De Gregori la colonna sonora dei miei primi rutilanti anni delle elementari.
Delle elementari si, e non delle medie o delle superiori, perchè la cassetta a un certo punto sparì dalla macchina e rimase in qualche angolo di casa per molti anni.
Fu per un caso che la cassetta in questione tornò a viaggiare su ruote, e fu un caso, forse, che fosse tornata proprio nel corso della passione amorosa più devastante della mia vita.
Era il 2*** e stavo con Ramona, quella che allora consideravo la ragazza più bella del mondo e nei numerosi giri che facevamo con il piccolo catorcio che guidavo, De Gregori era quasi sempre nell'autoradio. Non so se mi spiego, quelle canzoni malinconiche, di amori finiti, di storie tristi, di melodie dolcissime, facevano da sottofondo ai miei dialoghi con la ragazza più angelicata della storia nella relazione più coinvolgente che avessi mai provato! Una sorta di dolby sorround delle emozioni.
Una cosa che non auguro a nessuno.
Non pago di questo, il destino volle che anche Ramona, da bambina avesse ascoltato quella stessa cassetta per via dei genitori.
Ricordo di una notte, verso ottobre, ad ascoltare De Gregori con la macchina ferma in un parcheggio del mio paese di provincia. La pioggia scivolava piano sui vetri e lei disse: "Mi piace tanto questa canzone: è così triste".
Era "Buonanotte fiorellino", accidenti! Sarà possibile? "Buonanotte fiorellino"!
De gregori, tu volevi uccidermi già allora e io non me ne accorgevo neanche.
E' chiaro come andò a finire quella storia, non sto manco a dirvelo, ma so che con l'arrivo della macchina nuova, un anno dopo, la piccola scatoletta con cui passavo a prendere Ramona fu condannata a morte tramite demolizione e la cassetta di De Gregori, spodestata dal suo piedistallo, finì nuovamente in qualche anfratto polveroso di casa, dove tuttora si trova dispersa.
A volte per evitare che Cartagine rinasca ci vuole una soluzione dura.
In seguito, e con un buon ritardo cominciai ad ascoltare anche gli altri dischi di De Gregori, dischi fantastici e tutto questo mentre i miei amici cadevano ad uno ad uno sotto i colpi di scure di amori idealizzati finiti male a causa del fottuto Francesco De Gregori.
E tuttavia, ancora non sapevo che i colpi peggiori me li avrebbe riservati in futuro...
CONTINUA
30.3.12
Sull'idealizzare
Questo post comincia con me che dico "Hey! Ma i tuoi occhi sono azzurri!". Anzi, a dire il vero questo post comincia con "Questo post comincia", ma in realtà io non sto scrivendo, sto pensando.
No, invece non è vero, sto girando un film e non è vero neanche questo. Sto pensando, sto solo pensando.
Ma non è vero neanche questo, in realtà sto scorreggiando.
No no, sto pensando.
Però è vero, le ho detto proprio così "Hey! ma i tuoi occhi sono azzurri!". Azzurri, non verdi.
Questo accade quando sei troppo accecato dalla passione da non riuscire neanche a renderti conto dell'aspetto di chi hai davanti.
Non gliel'ho detto, ma ci sono rimasto male. Gli occhi azzurri sono troppo standard, canonizzati, celebrati; quelli verdi mi sembravano molto più esclusivi.
E poi ormai mi ero abituato così e mica si può cambiare una passione amorosa in corso d'opera, così ho deciso che i suoi occhi rimanevano verdi, almeno nella versione ufficiale, poi chiaramente fuori dallo sguardo del governo, proliferano le più svariate informazioni segrete, tra cui appunto la nontizia degli occhi azzurri.
Ma questo non per parlare/pensare/filmare della donna dagli occhi verdi, che si può anche capire, mica esiste davvero, è un esempio, e poi ci si accorge di più particolari a vedere finalmente qualcuno di giorno, dopo averlo visto solamente di notte.
Prendiamo Angela, una ragazza vera stavolta, con cui son stato tanti anni fa.
La vedevo quasi sempre di notte, in discoteca, ed era sensuale, camuffata, bellissima.
Poi ogni tanto la vedevo di giorno e immancabilmente mi sembrava una coniglia. Una coniglietta, carina, tenera. Non una coniglietta di playboy, ma una vera coniglietta. Forse la versione cattolica di una coniglietta di playboy.
Era sempre bella, per carità, ma io la vedevo così. Forse è un problema mio. Forse dentro di me c'è un furry.
Mentre penso/pensavo a tutte queste cose, sono/ero stesso sul letto e dalla mia finestra canonicamente si vede la luna. "Chissà se ci andrò mai sulla luna, in futuro." - penso/pensavo- " Le scoperte scientifiche fanno avanzare il mondo a passi rapidissimi, a ritmi esponenziali. Magari andare sulla luna un giorno sarà una impresa turistica quanto andare all'altro capo del mondo".
Mi rendo conto poco dopo, che l'ipotesi di un mio sbarco sulla luna è improbabile quasi quanto quella di una mia visita in Pakistan, per fare un esempio. E non so quale delle due idee mi dia più fastidio, che non potrò mai vedere il futuro o che non vedrò mai tutto il presente.
E' senz'altro l'idea di volere la perfezione a fregarmi sempre.
Dopodichè mi sono addormentato e ho fatto un sogno che il mattino dopo ho collegato vagamente ai pensieri della sera prima. Lo riporto.
Lui si mantiene viaggiando nel tempo; ha questo dono ormai da 10 anni e aiuta i ricercatori universitari nello studio del passato e questo gli frutta un buonissimo stipendio all'università. Può portare con sè, in qualunque epoca del passato, chi vuole e quando vuole; dagli anni più recenti, alle epoche più remote.
Lei è una giovane ricercatrice e i due si sono conosciuti da qualche settimana ed ora si trovano fuori per un appuntamento. Lui l'ha portata sopra una collinetta nel 1066, poco prima dell'inizio della battaglia di Hastings e ora le dice: "Le storie d'amore, nella realtà sono sempre troppo normali, ma non dovremmo prendercela se non sono come quelle dei libri o dei film. Dio non è cattivo, è che probabilmente non ne ha mai vissuta una, e dunque non sa metterle in scena".
Lei risponde: "Beh, questa non è una storia normale. Guarda, ci troviamo nell'anno 1066, e ad occhio e croce siamo fuori posto di svariati secoli!"
I due si guardano negli occhi, si capiscono.
E poi mi sono svegliato. E questo è più o meno tutto.
27.3.12
LA STORIA DELL'OPPOSIZIONE IN ITALIA
Ieri in ufficio ho prestato attenzione al dialogo tra due impiegati, cinquantenni e padri di famiglia.
E.B.:Ieri mi ha chiamato mio figlio con skype dalla gita di classe a Barcellona ed aveva gli occhiali da sole nonostante fosse sera! Quel disgraziato...
A.G.: Ma come?
E.B.: E infatti gli ho chiesto cosa ci facesse con quegli occhiali! E lui poi ha confessato che se li era messi perché aveva bevuto una birra e voleva nascondere gli occhi lucidi.
A.G.: Certo che i giovani d'oggi sono veramente tonti, noi alla loro età eravamo più smaliziati!
(risate e consenso collettivo)
Io, lì per lì, un po’ affabulato dal racconto, ho parteggiato per il sagace padre di famiglia pensando a quanto fosse stato maldestro il tentativo di mascherare la sbevazzata da parte del giovane. Poi la sera, prima di uscire con gli amici, penso brevemente al simpatico episodio e subito realizzo: aspetta un attimo! Ma una birra non lascia mica gli occhi rossi, a meno che tu non la beva con le palpebre! Vuoi vedere che il nostro goffo giovane si è fumato uno spinello a Barcellona coi suoi compagni di classe (evento tutto sommato possibile) e l’ha data ad intendere così al padre, il quale, distratto dagli occhiali da sole e dalla sua auto-compiacenza investigativa non ha nemmeno ipotizzato la canna?!?!
Ecco, non voglio stare a fare ardite metafore o trasposizioni politiche di questo fatto... ma il padre vota PD.
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