25.11.12

Venghino al circo B.


Freak, nani e ballerine.
E contorsionisti, cazzari, funamboli e arrampicatori.
Più fascisti, ex-fascisti, altre bestie, carogne varie, viscidi vermi e, al seguito, gli immancabili avvoltoi.
Il circo Berlusconi al massimo del suo splendore.

Le primarie del PdL, a pochi giorni dal termine ufficiale per le candidature, vanno oltre quanto avrei mai osato immaginare.
Oltre ogni mio più intimo e perverso desiderio.
Quelle cose tipo le risse nel fango tra ragazze in bikini: sai che potenzialmente potrebbero realizzarsi, ma non scommetteresti un doblone sulla possibilità di potervi assistere mai.

Invece il partito della tv allo sfascio ha prodotto davvero una pseudo soap-opera degenerata, dalla trama traballante e un intreccio talmente assurdo da far sembrare i Griffin tv-realtà.
Altro che ragazze in bikini: questo è un octagon nella lava dell'inferno tra drag queen vestite da samurai. Il tutto regolato da una quantità di procedure, leggi e articoli che in un partito di fuorilegge ha qualcosa di surreale.

Ma è il no alla candidatura degli indagati ciò che mi uccide dal ridere.
Cioè, un diktat di Alfano, capito?
Già basta questo a dimostrare che lo show avrà parecchio da offrire.

Finalmente la vera arena della politica, dove non c'è colpo vietato e tra cadaveri squartati scopriremo solo alla fine chi è rimasto in piedi.
Altro che gli insulti routinari nei soliti talk-show.

Restate sintonizzati.

21.11.12

Elefanti parlanti e pornografia en passant



Elefanti che parlano.
Non vorrei trovarmi un giorno a dover spiegare ai miei nipoti che una volta gli elefanti erano muti.
"Nonno nonno, allo zoo ho detto un segreto nell'orecchio a Rudolph e lui l'ha detto a tutti!"
"Eh, pensa che ai miei tempi gli elefanti non parlavano"
"Nemmeno in coreano?"
"Nemmeno".
Elefanti parlanti. Che tempi, dove andremo a finire? Elefanti che sponsorizzano bibite, elefanti che volano, magari su aerei fatti su misura per loro, e ancora elefanti che tifano alle partite, elefanti che dirigono giornali..
Amen. Si vede che era destino.
E quando gli elefanti converseranno amabilmente con noi, potranno ancora fregiarsi del titolo di animali? O dovremo inventarci un qualche altro nome, tipo Dumbo o.. No, niente non ce la faccio. Gli elefanti no, dai.

Che poi dispute simili non sono nuove eh. Nel medioevo si dibatteva sull'appartenenza o meno dei cinocefali al gregge cristiano; l'altroieri si discuteva se, data la comunanza del il 97% del dna, l'uomo e gli scimpanzè non debbano stare nella stessa categoria. E se sia la scimmia a dover rientrare nel genere homo o l'uomo nel genere Pan.
Fin qui niente di strano.

Poi però, tutto questo dibattito mi ha riportato alla mente uno dei miei famosi cavalli di battaglia nelle cene romantiche, e quando ci si mettono i ricordi le cose si fanno meno oggettive.
Ricordo che quando la situazione si faceva languida e i nostri sguardi si incrociavano per qualche secondo teneri, le domandavo a bruciapelo: "Tu andresti mai a letto con uno scimpanzè?" e incalzavo subito con "secondo te che ibrido verrebbe fuori? Io me lo sono sempre chiesto. Lo sai che abbiamo il 98%del nostro patrimonio genetico in comune con i primati?"
Se rispondeva "Tu mi sa che sei al 100" l'aveva presa bene. Ma succedeva raramente.
Il più delle volte mi trovavo a dover rispondere di molestie.
Però io lo dicevo solo come pura ipotesi! che fra l'altro è un argomento che per me è molto interessante, e come si dice, è importante avere interessi comuni.
Poi a me è ben chiara la differenza tra un uomo e una scimmia; tra un uomo e un elefante; tra un uomo e un cane.
Lo dico perchè molti tendono ad antropomorfizzare eccessivamente gli animali.
Penso in particolare a un episodio di 10 anni fa, quando mi capitò per caso di trovarmi a guardare un film porno sopra al bar del mio paese con alcuni sfaccendati.
Il video era piuttosto scabroso: si vedeva questa coppia sulla trentina, uomo e donna, che facevano cose sconce con un piccolo cane.
Uno del pubblico si alzò e commentò: "Eh, va là che al cane piace quella lì!", alludendo con questo all'avvenenza della ragazza.
Non saprei neanche da che parte cominciare per spiegare quanto questa frase sia sconsiderata. Tanto che mi sa che non comincerò punto.
Resto fermo qui. Ma dico solo una cosa: non siamo pronti per gli animali che parlano, ecco.
Buona giornata.

12.11.12

Complottismo e "il caso Petraeus"


Alla notizia, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata: ma davvero si può essere a capo della CIA e avere un'amante? Davvero si può essere il capo delle forze statunitensi in Afghanistan e avere anche un'amante? Quest'uomo deve mangiare almeno otto o nove uova a colazione, come minimo.

E in seguito ancora mi son chiesto: ma davvero uno che comanda l'esercito americano in Afghanistan può avere come amante, una donna che sta scrivendo la sua biografia? - Hey Petr, non stiamo esagerando con la magniloquenza? - mi son detto.
E alla fine mi sono dato una risposta suggestiva, che secondo me è anche quella più plausibile: David Petraeus non esiste. Non è reale.
Così come non è una cosa reale il concetto di "essere a capo della CIA" e nella misura in cui l'esercito americano non è un corpo armato, ma solo un movimento di opinione.

Ditemi che sbaglio. Non potete provarlo. E comunque siete in ogni caso degli asserviti al potere.
E quello nella foto?
Beh, quello nella foto è Hulk Hogan.

20.10.12

Nobel a crocette


Col Nobel per la Pace all'Unione Europea la possibilità che questo premio venga conferito a cazzo si trasforma da sospetto a trend:
  • 2007 - Al Gore (le cui opere più note sono un documentario e l'aver perso le presidenziali USA contro Bush)
  • 2009 - Barack Obama (la cui opera più nota è l'essere nato nero)
  • 2012 - Unione Europea (le cui opere più note sono due guerre mondiali, l'euro e la macellazione del welfare)
La casistica parla da sé.

Naturalmente c'è chi si schiera a favore e chi no.

Dando voce ai giudici, l'EU è stata premiata poiché
"per oltre sei decenni ha contribuito all'avanzamento della pace e della riconciliazione della democrazia e dei diritti umani in Europa"
Mettiamo i pesi al sopracciglio e tralasciamo le considerazioni su ciò che ha fatto fuori dall'Europa, e su ciò che comunque ha deliberatamente lasciato si facesse al suo interno.

Ora prendiamo mio nonno. Mio nonno ha passato, per quanto ne so, praticamente tutta la sua vita coniugale menando sua moglie, pare che durante la guerra abbia sparato a un fascista, ha lasciato agli eredi l'attività di famiglia e aveva la passione della caccia.
Merita perciò d'essere intitolato Cavaliere del Lavoro?

E cazzo c'entra?

Appunto. Qualsiasi individuo, metti Giovanni, non fa tutto quello che fa per fini superiori o per garantire benessere diffuso o diritti umani universali ad amici, parenti o popolazione mondiale. Soprattutto, non compie solo azioni per cui chiunque gli sarà grato.
Più che altro fa ciò fa perché deve, perché, se non necessità congenite, sono comunque passi fondamentali per la sua esistenza e pezzi di un percorso più o meno obbligato.
Ad esempio Giovanni, raggiunta una certa età, sarà orientato a cercarsi un lavoro, a meno che non sia di famiglia benestante o interessato a fare un giro sull'emozionante giostra della miseria nera, che un posto libero ce lo trovi sempre.

L'eventualità che Giovanni sia ricco di famiglia è poi presumibilmente giustificata dal fatto che un un suo più o meno prossimo antenato si sia arricchito tramite una qualche forma di lavoro, ma ciò non significa che l'abbia fatto perché quell'esecrabile individuo che Giovanni (probabilmente) è potesse passare la sua futile vita senza muovere un dito.
Insomma, conseguenze di percorsi obbligati possono portare vantaggi altrui, anche se non necessariamente indirizzate a tal fine.
Fanno eccezione le Famiglie Reali.

Se poi Giovanni è un organismo sovranazionale occidentale moderno, è normale che tra le cose di cui si deve occupare siano incluse anche la lotta alla fame nel mondo, la scolarizzazione dei paesi sottosviluppati e Borghezio parlamentare europeo. Ma questo non significa che Giovanni faccia ciò perché buono, altruista o leghista.
Infatti Giovanni fa anche i bombardamenti in Libia e i cantieri TAV.

Può fare tutto ciò bene o male, in un modo o in un altro, comunque lo fa, perché deve. E, in linea di principio, questa è una fortuna: in una rappresentanza sana i percorsi obbligati sono molto più efficaci delle scelte etiche, poiché vincolanti, indipendentemente da volontà e inclinazioni individuali dei soggetti al potere.

Se mio nonno fosse stato uno sdraio da spiaggia avrebbe passato l'intera esistenza imbevendosi di crema abbronzante, sudore e sodoku.
Libero arbitrio zero e stop.
Poi possiamo dire che mio nonno, con la sua esistenza antropomorfa, ha dato un fondamentale contributo alla mia, di esistenza, facendo sì che io possa passare il mio tempo zavorrando internet di pseudo-informazione in blog sconosciuti a cui cerco di migliorare il ranking tramite blandi espedienti SEO. Questo mi rende mio nonno molto caro, quantomeno sul piano funzionale, ma sono abbastanza certo che, adottando una prospettiva macro, i vantaggi di ciò non siano altrettanto evidenti.
"Ma il nonno di Mandela invece?"
Diranno i miei piccoli lettori.
E quello della mia compagna di stanza che regola il termostato del frigo al massimo portando i miei pomodori al surgelamento, dico io?

Cazzo centra?
Appunto. Torniamo al Nobel.

Io, che sotto questa scorza di cinico bastardo conservo l'animo algido e idealista di un boyscout altoatesino, ritengo che una cosa come il Nobel per la Pace veicoli un valore, un significato intrinseco, che ne fa un simbolo potente. Cioè, non è il premio miss Maglietta Bagnata Riccione estate 2012 (riconoscimento comunque non privo di valore), è lo stramaledetto Nobel per la Pace, già conferito a Jean Henri Dunant, Martin Luther King e Lech Wałęsa. Mica cazzi.

Risparmio il pippone.

Il fatto è che a Oslo, invece, paiono non vederla così.
Direi che i norvegesi hanno più una concezione di Nobel per la Pace tipo patacca con scritto “Bimbo a bordo” da appiccicare sul lunotto posteriore, al fine di dissuadere un eventuale tamponatore ossessivo-compulsivo dal ridurre la vostra utilitaria a scatoletta giocando all'autoscontro sulla tangenziale; in nome del diritto del vostro pargolo di apiccicare, un giorno, un identico adesivo sul suo lunotto posteriore.
E così via.
Una cosa dalle ammirevoli intenzioni e, alla prova dei fatti, totalmente inutile. Questo lo stato dell'arte del Nobel per la Pace nel 2012.
Assegnato dopo un test a crocette, direi.

17.10.12

All'Una e Trentacinque Circa

Quando, più o meno una decina di anni fa, mi regalarono quest'album non fu amore a primo sguardo. Il nome dell'artista era simpatico, ma non abbastanza da stimolare la mia curiosità nell'immediato. Il titolo dell'album indifferente, la copertina brutta.
La custodia prese polvere per parecchi mesi.
Fino a quando, una sera, senza troppe aspettative, mi decisi a cacciarlo nell'autoradio. E questo è il racconto, assolutamente veritiero, di cosa successe quella sera.

Resta Con Me, e l'impatto fu emotivamente devastante. E' stato un attimo, una scintilla, e di colpo la meta non aveva più importanza. Volevo solo continuare a guidare con questa musica, niente altro.
Con Una Giornata Senza Pretese avevo già realizzato di essere di fronte ad un nuovo amore musicale. Da allora non riesco più ad ascoltarla con distacco. E' sopravvissuta all'ingrato ruolo di colonna sonora di una storia d'amore, cosa può distruggerla?
Quando Ti Scrivo passò un po' in sordina, l'eco dei primi due pezzi era troppo forte. L'ho riscoperta in seguito, fortunatamente.

Tutto ad un tratto mi trovai in un bar polveroso, fuori da ogni rotta e da ogni coordinata, eccezion fatta per quelle del mio fegato. Mentre stavo bevendo un pessimo drink mi riecheggiavano nelle orecchie Christmas Song e Pongo Sbronzo, due canzoni che, in modo opposto, te le gusti meglio se lasci da parte ogni tentativo di rimanere sobrio.

Con Suite Delle Quattro Ruote mi ritrovai di nuovo in strada, completamente avvolto nell'atmosfera di una notte passata "a bere senz'allegria".
Scivola Vai Via scivolò via in modo tutt'altro che indolore. Una canzone creata apposta per riaprire ferite, ma tant'è. Anche questa bastarda mi ha segnato per sempre.

Come in un libro scritto male, la strada lasciò il posto ad un altro bar. I Vecchi Amori e Stanco e Perduto si amalgamarono col vino. Vecchi pensieri si mischiarono a nuove malinconie.
Ormai esausto, Sabato Al Corallo mi riaccompagnò a casa, barcollante più che mai.
La title-track, All'Una e Trentacinque Circa, fu la ciliegina sulla torta: la ascoltai da sazio, assaporandola il giusto.

A distanza di anni, quando ripenso a quella sera, continuo a chiedermi tante cose: come ho fatto a continuare ad ascoltare l'autoradio dentro al bar, con quale denaro ho pagato le centoventi consumazioni, dove ho nascosto il cadavere del carabiniere che voleva farmi l'alcol-test.
L'unica risposta che mi balena alla mente è che un disco così magico continuerà a farmi fantasticare in eterno

15.10.12

Di universi paralleli e altre sconcezze



Niente, non sei niente, non sei niente.
Ricordati di questo, rifletti sullo spazio interstellare, sull'evoluzione della specie e sulla morte dei dinosauri, e sulla morte dei pianeti e sull'inadeguatezza del termine "morte" per definire i cambiamenti nella galassia siderale e oltre la galassia siderale, nel nero oltre il nero.
Niente di niente di niente.
C'è un punto nella memoria o un pianeta nell'universo che è formato dall'insieme di tutti i presidenti di tutte le epoche di tutti gli stati del mondo, pressati insieme tipo scatoletta di manzo, tanto per dire. Chi legge non ci crederà, ma esiste. E un re assiro ne costituisce il polo sud, e Margaret Thatcher il polo nord: un momento, la Thatcher è ancora viva, no? Non importa. Esiste. O può esistere, e il fatto che possa esistere è proprio come dire che esiste.
E c'è un pianeta tra le pieghe dello spazio-tempo in cui Ramona (ma chi cazzo è Ramona?) esiste ed è ancora insieme a Pizzaballa (o Pizzabilla? o Pizzabolla? o Pizzapazza? Gli universi paralleli mi fanno morire. Tipo: in un universo paralello Pazzapizza non ha scritto questo pezzo. Ah ah. In un qualche pianeta si può dire).
Dio, Yaveh, è parte di questo universo, ma soccombe, il capo non è nemmeno lui. Secondo i signori del soprannaturale, "a voler dir lo vero", siamo come cavallette: se drizzi le antenne lo senti "il Dio" e se non riesci è a causa tua. E se ti spalancassi come un'entrata posteriore, puntata verso i limiti del cosmo, non potresti sentire forse distintamente dentro di te la sua entrata poderosa dallo spazio interstellare? Dio è omosessuale?
Ci rifletterò. Ci penserò su.
Truppe di preadolescenti®, troveranno molto di loro stessi in quello che scrivo (non è vero).
In qualche luogo, un qualche nonno si è stufato di fare sempre gli stessi racconti.
In qualche luogo dell'esagerata realtà, un tizio ti ama, (    ).
O, ma poi, chi cazzo sei (     )?
[Ci sono dei buffoni che ridono: Ah ah, ormai sai scrivere solo "diari"]
[Da qualche parte, io sparo ai tizi che ridono con un fucile per i piccioni. I tizi cadono a grosse manciate dai balconi]
[I tizi cominciano a rispondere al fuoco]
[I tizi vincono].

Succede così, come qui sopra, che si approda all'età del "riflusso". E le storie personali, e le chiacchiere inutili sovrastano tutto il resto e piantano radici solide, fino a fare crescere degli Alberoni enormi. Che fare quindi?

Darsi da fare: Guazzettiani a raccolta!