25.8.12

Diario estivo 6




Facciamo finta per un attimo: sono morto. Fate conto che sia così. Dai.
Ecco, ora dunque sono morto e non mi devo preoccupare dei costumi e delle uggie (uggie?) di voi mortali.
Ora posso porre pubblicamente domande di rilevanza, tipo questa: masturbarsi a tarda notte guardando filmati di striptease giapponesi può considerarsi scienza?
Oppure: mangiare krapfen mentre ascolto i Kraftwerk mi rende automaticamente una persona simpatica?
Non guardatemi così, sono morto, un po' di rispetto!
Fra l'altro c'è anche la possibilità che non ci conosciamo. L'universo è così grande, tra l'aldilà e l'aldiqua.
Chiusa parentesi.

Ora torniamo al punto, ma mantendo almeno un po' il distacco di cui sopra.

In origine di nomi impronunciabili ce n'erano pochi, il suo era uno di questi.
(      ) era bella, questo è chiaro, ma in più c'era in lei qualcosa di dolce e allo stesso tempo profondamente indipendente e selvatico che tradotto in lingua corrente risultava una cosa come "stilettate nel cuore".
Quel tipo di occhi che aveva (      ), nascono come un errore -almeno mi han detto- e sono una fregatura, perchè non tengono bene il sole.
Questa era lei, (     ). O almeno questo era quello che mi faceva vedere l'aloperidolo.
(      ) non amava troppo i gatti, questo ha detto. 
Ho sempre un momento di smarrimento quando mi viene in mente un neo che non ricordavo in un mio mito personale.
Non amava i gatti. Incredibile. Dev'essere esistito un tempo in cui ero più tollerante.
Curiosamente il mio momento di smarrimento somiglia molto al suo nome: (    ).

Non le piacciono i gatti? E questo com'è possibile?
Io amo il gatto, c'è stima, amo il suo stile, la sua economia, la sua forma non da canide.
Non le piacciono i gatti? E allora non le piaccio neanch'io. Io vivo come i gatti, mi ispiro a loro, sento come loro, mi muovo come loro.
E intanto che pensavo a tutto questo, facendo leva sui miei sentimenti più profondi, sfrecciando in macchina per le campagne addormentate, cercando di coagulare dentro di me tutto il mio orgoglio di gatto, misi sotto un gatto.
Una notte di un'estate di tanti anni fa. Torrida proprio come questa. Questa? Cambia di poco.

Scrissi una poesia per commemorare l'evento nel buio di quella notte, su tanti foglietti di carta che dovevano raccogliere il senso dell'accaduto.

Il gatto ha,
macchina
nei perchè
i fari il.
fari.
Micio non
come noi
: strada.


Ma appunto, stavo per dire, il senso non lo raccolgo più, -diocane (appunto)- ho mescolato i fogli.

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