24.12.11

Disco-teca

Ieri notte, per un errore di valutazione mi sono trovato in una discoteca tamarra piena di quindicenni.
In genere quando propongo qualcosa di molto sbagliato che per qualche motivo viene approvato dalla comitiva, il senso di colpa mi attanaglia e non me ne libero per il resto della serata. Lo so, mi conosco e quindi ho deciso di lasciare perdere. Sono andato al bar, ho bevuto qualche drink e ho sperato che anche tutti gli altri facessero altrettato fino a non raccapezzarsi più di nulla.
Avevo intenzione di rimanere inorridito per tutta la serata, così per giustificarmi. Avevo in mente di giustificarmi, dicendo che l'anno scorso era molto meglio (era molto meglio!), ma poi alla fine,
il fascino per la performance globale che si stava realizzando davanti ai miei occhi ha preso il sopravvento.
I giovani in piedi sulle scalinate e sui cubi che circondavano quella sorta di cratere scuro che era la pista, si muovevano ritmicamente seguendo quella techno-qualcosa che accelereva e diminuiva il battito a piacimento e agitavano con le mani dei cosi fluorescenti e multicolori.
Su tutta la scena, più in alto degli altri, un Dj vestito da marinaio, cappello bianco e occhiali da sole, clone avariato del vecchio Capitan Findus, dominava imperioso.
Ho detto a uno dei miei compagni che sarebbe stato interessante prendere un acido, per vedere cosa accadeva.
Non ho mai provato un acido, ma sono sicuro che in quella situazione sarebbe stato molto adatto. Un po' come in Apocalypse Now, in Vietnam, ma forse sarebbe stato adatto anche nel mio salotto.
In mancanza di Lsd o altro, ho continuato a bere, ma con la costante paura che se mi fossi pisciato addosso avrei rotto la poesia.


Oggi pomeriggio, in preda ad un certo spleen, sono andato al giradischi dei miei genitori, che si trova in una stanza polverosa di casa mia e ho messo su La donna cannone di De gregori, così, per cercare ricordi passati, magari neanche da troppo tempo o comunque per lasciarmi in balia di qualunque cosa mi venisse in mente, dato che quella canzone i ricordi te li strappa a forza, anche se magari non sei un uomo, ma un drone, e magari non sei nemmeno un drone ma sei una scopa. Comunque. Lo sapete che ho fatto?
Dopo il primo ritornello ho tolto la puntina e ho cambiato disco.
Mi ero stufato.
Vedi? Dopo l'indizio della discoteca dovevo capirlo: non sono un uomo da passato, sono un uomo da presente. Anche quando magari il presente significa ricreare qualcosa di passato, tipo il mammuth.
D'altronde, se fossi stato un uomo da passato, questo pezzo avrebbe parlato di politica e non di faccende intimiste.
Ma le vite sono così corte, il presente è già così velocemente passato, che la differenza inizia a sfuggire.
Quando creeranno la macchina del tempo il progresso culturale verrà dal passato?
Sono sicuro che questo problema è in cima alle vostre classifiche, e sono sicuro che non ci dormirete la notte.

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