24.12.11

Gaza City, Palestina, Pianeta Terra

"Io non credo nei confini, nelle barriere, nelle bandiere. Credo che apparteniamo tutti, indipendentemente dalle latitudini e dalle longitudini, a una stessa famiglia. Che è la famiglia umana."

Restiamo umani.
Con questa frase ogni volta Vittorio Arrigoni chiudeva i suoi pezzi. Due parole che esprimevano la difficoltà quotidiana di vivere a Gaza, di mantenere quell'attaccamento alla realtà così duro da conservare in un luogo dove molti nascono e muoiono senza aver visto né fine né inizio di quello stato di guerra permanente che non lascia spazio ad altri orizzonti.
Ogni animo può essere corrotto se sottoposto troppo a lungo a vessazioni e angherie, se costretto a lottare ad oltranza per una dignità in molti luoghi scontata, ma non nella Striscia di Gaza. A due passi da qui.
Contro questo metteva in guardia Arrigoni: contro il rischio di travalicare quella linea sottile che divide il credente dal fanatico, il combattente dall'assassino.
L'uomo dalla bestia.

Poi l'anno preso, esposto, ammazzato.

Arrigoni era per molti la principale voce dalla Striscia. Uomo che della Palestina occupata conosceva l'odore di polvere e sangue, che sapeva raccontare con parole schiette, senza filtri, il quotidiano senso di oppressione che si respira su quella sponda del Mediterraneo, la rabbia e l'incertezza, la solitudine e la paura strisciante che a volte si tramuta in orrore, quando i missili piovono dal cielo.
Per lui provavo quella miscela di familiarità e rispetto profondo che raramente si riesce a sentire verso persone mai incontrate. Non ero l'unico. E' per questo che la notizia della sua morte ha fatto così male a così tanti.

Ora GUERRILLA RADIO, il suo blog, la sua finestra sul mondo - o forse la finestra del mondo su Gaza - torna a vivere. Non so cosa ne verrà fuori, un cambio di voce è anche un cambio di sostanza, in ogni caso mi pare giusto darne notizia.
Perché il sentiero tracciato da un gigante non si perda tra la polvere della guerra.
Perché la sua utopia non muoia con lui.

Stay human.




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