5.2.12

Il volto ingenuo del Male

Bondi Sandro

Sandro Bondi, nel suo periodo di maggior esistenza mediatica, incarnava perfettamente, nel modo più diretto e comprensibile, tutto ciò che di schifoso c'era nel PdL: il servilismo interessato, la moralità flessibile, la sopravvalutazione dell'io legata più al ruolo ricoperto che alle reali capacità. Era un uomo privo di charme e leadership, individuo impossibile da stimare sinceramente anche per i più accaniti ultrà berlusconiani, privo di qualsivoglia connotato positivo. O quantomeno apprezzabile.

A contraddistinguerlo c'era però quel velo di innocenza, a suo modo purezza, che lo rendeva unico tra i suoi simili, mosca bianca dell'immoralità pidiellina: lui non faceva, lui ERA così.
Il suo essere viscido, vile e meschino erano sì qualità utilizzate per ottenere l'agognato potere, nella forma di uno status di rispettabilità altrimenti irraggiungibile, ma erano anche sue doti squisitamente personali e spontanee. Era l'antieroe, il volto mostruosamente onesto del malaffare, l'ex-compagno di classe sfigato che tutti abbiamo avuto e su cui nessuno avrebbe scommesso una cicca, arrivato dov'è arrivato solo grazie all'abilità e alla fortuna nella scelta delle scarpe da leccare. Era la prova tangibile dello schifo morale che fa da cardine al PdL. Più di Gasparri, La Russa, Cicchitto e la Santanchè. Più di Berlusconi.

Proprio per questo Bondi era l'elemento involontariamente utile tra le file nemiche; il sorcio che sbuca dalle cucine di un ristorante stellato Michelin e obbliga anche l’acquirente più in buona fede a considerare l'idea che magari lì dentro c'è qualcosa che non va; il viscido bruco che fa capolino dalla mela e non può essere ignorato; il... sì, insomma, avete capito.

Poi un giorno ce l'hanno portato via.
A causa di un muro crollato, ci hanno detto. Ma siamo sinceri: da quando in Italia ci si dimette per tali motivi? Quando mai uno sgherro di colui che venne chiamato Caimano ha perso il posto per una tale inezia? Altrove sì, ma non in Italia. Non per una rovina di cui pochi saprebbero indicare la collocazione geografica e ancor meno quella storica. In realtà nel PdL hanno sfruttato l'occasione per far passar l'uomo nelle retrovie, nascondere il punto debole alla vista del pubblico. Il partito era già fiaccato, non poteva permettersi di conservare ancora un Bondi tra i suoi esponenti di prima linea, i bastioni erano già in fiamme e il nemico alle porte, era tempo di guerrieri, non c'era più spazio per la carità.

Ora che il governo Berlusconi è caduto è giunto però il tempo di una necessaria riflessione, fondamentale affinché gli errori non si ripetano e il futuro sia migliore. Da qui il mio appello, rivolto alle più alte istituzioni e a chiunque abbia sufficiente coscienza nazionale e sia dotato del desiderio e i mezzi per sostenerlo:

RIDATECI SANDRO BONDI

Affiggete il suo volto nelle aule delle scuole, pubblicate le sue poesie su Top Girl, trasmettete i suoi discorsi in TV. E non accontentiamoci della sua sola esistenza terrena, dedichiamogli musei, esposizioni, financo un giorno di commemorazione nazionale. Sandro Bondi santo subito!
Facciamolo per serbarne la memoria, che il suo ricordo non scompaia con lui. Teniamolo presente, mostro dall'animo gentile, perché il confronto quotidiano col suo esempio ci aiuti a tirare fuori ciò che di meglio c'è in noi, perché il disgusto verso di lui ci aiuti ad essere ogni giorno persone migliori.
Un'Italia migliore.
Sandro Bondi va ricordato.
Perché si abbia sempre presente che il seme della Piaga cova dentro ognuno di noi, e basta un attimo di debolezza per rimanerne per sempre schiavi.

2 commenti:

  1. Quand'è caduto un muro è passato a Berlusconi, quando ne è caduto un altro è passato al nulla. Dopo il nulla cosa c'è?

    RispondiElimina