23.2.12

Le eredità del Berlusconismo/ 4



La mania di pretendere le scuse; e anche la mania ancora peggiore di spararla grossa per compiacere il proprio uditorio per poi ritirare malamente e/o giustificarsi dicendo di essere stati fraintesi.

Secondo Emma Marcegaglia il sindacato difende "assenteisti cronici e ladri", Susanna Camusso pretende le scuse. Almeno così ho letto su Repubblica questa mattina dal dentista. Certo, poi la Camusso ha anche giustificato la sua indignazione, ma pretendere le scuse è come ammettere di aver perso.
E' colui che per primo si mette a piangere.
Ricordo le continue richieste di scuse da parte dei parlamentari del Pd, che immancabilmente si sentivano offesi da Berlusconi e dai suoi sgherri, i quali immancabilmente, dal canto loro, spernacchiavano il Pd in abbondanza e allegria e magari rincaravano anche la dose.
Ricordo un'unica volta in cui le parte si invertirono e fu quando Prodi definì i parlamentari comprati da Berlusconi per quello che erano: dei mercenari. Berlusconi si indignò e fu una goduria.
Ora, non so se questo sia un gioco sano, ma non poteva la Camusso rispondere che ne so, tipo: "i ladri  assenteisti sono quelli che avete sostenuto fino a qualche mese fa"?
Pier Ferdinando Casini, dal canto suo asserisce che: "non si può giudicare da una battuta".
Ah, quella era una battuta? Ah, e non si può giudicare?
Pierluigi Bersani risponde: "se conosco Emma si pentirà di quella battuta".
Ah, è una battuta dunque. Almeno posso giudicare?
Se la frase di Bersani, si fosse limitata alla seconda parte: "Emma si pentirà di quella battuta", sarebbe suonata iper minacciosa e muscolare. Gran figata dico io!
Ma così suona solo come la solita personalizzazione degli scontri. Ma no dai, Emma è nostra amica, ha esagerato con le battute, se chiede scusa è tutto a posto.
Magari mi sbaglio?

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