24.12.11
Disco-teca
Gaza City, Palestina, Pianeta Terra
"Io non credo nei confini, nelle barriere, nelle bandiere. Credo che apparteniamo tutti, indipendentemente dalle latitudini e dalle longitudini, a una stessa famiglia. Che è la famiglia umana."
Restiamo umani.
Con questa frase ogni volta Vittorio Arrigoni chiudeva i suoi pezzi. Due parole che esprimevano la difficoltà quotidiana di vivere a Gaza, di mantenere quell'attaccamento alla realtà così duro da conservare in un luogo dove molti nascono e muoiono senza aver visto né fine né inizio di quello stato di guerra permanente che non lascia spazio ad altri orizzonti.
Ogni animo può essere corrotto se sottoposto troppo a lungo a vessazioni e angherie, se costretto a lottare ad oltranza per una dignità in molti luoghi scontata, ma non nella Striscia di Gaza. A due passi da qui.
Contro questo metteva in guardia Arrigoni: contro il rischio di travalicare quella linea sottile che divide il credente dal fanatico, il combattente dall'assassino.
L'uomo dalla bestia.
Poi l'anno preso, esposto, ammazzato.
Arrigoni era per molti la principale voce dalla Striscia. Uomo che della Palestina occupata conosceva l'odore di polvere e sangue, che sapeva raccontare con parole schiette, senza filtri, il quotidiano senso di oppressione che si respira su quella sponda del Mediterraneo, la rabbia e l'incertezza, la solitudine e la paura strisciante che a volte si tramuta in orrore, quando i missili piovono dal cielo.
Per lui provavo quella miscela di familiarità e rispetto profondo che raramente si riesce a sentire verso persone mai incontrate. Non ero l'unico. E' per questo che la notizia della sua morte ha fatto così male a così tanti.
Ora GUERRILLA RADIO, il suo blog, la sua finestra sul mondo - o forse la finestra del mondo su Gaza - torna a vivere. Non so cosa ne verrà fuori, un cambio di voce è anche un cambio di sostanza, in ogni caso mi pare giusto darne notizia.
Perché il sentiero tracciato da un gigante non si perda tra la polvere della guerra.
Perché la sua utopia non muoia con lui.
Stay human.
23.12.11
Cold Cold Ground
they pass the bottle around
and wait in the arms
of the cold cold ground"
Il freddo che pare siamo in pochi a sentire, quello che scatta al primo “che cazzo si fa per capodanno?”, o alla prima subodorata di lucine natalizie.
Il freddo che non dipende dalla temperatura esterna, ma che purtroppo c’azzecca poco anche con le canzoni di Tom Waits.
Il freddo che sento è un freddo da sfigati, di chi ci prova ma non decolla, di chi tossisce sempre ma non si ammala mai.
E’ ora di riprendere quel libro lasciato a metà.
Di ritrovare quel film di cui non ricordo il titolo.
Di riempire il camino di trappole in modo da poter finalmente accertarmi se quello che porta i regali assomiglia davvero a quello che mi rifornisce di quartini di vino in un malfamato locale delle mie parti .
In fondo, sono sempre le solite cose che mi scaldano.
17.12.11
Clonatemi un mammut!
14.12.11
Schivando gli sguardi
Un po' più in là, persone che si dissolvono senza lasciare dietro di sé nemmeno tenui legami di ricordi reciproci, come quei temporali d'agosto che minacciano e poi scompaiono senza motivo apparente.
E, ancora oltre, la nebbia che si dirada su chi mai e poi mai pensavi avresti ritrovato sul tuo cammino, su chi pensavi non riemergesse più da quella foschia.
La differenza tra "quello che si dice" e "quello che non si dice" è frutto di istinti, istanti, momenti labili, rimpianti&rimorsi.
E comunque sì, avrei voluto vedere "Midnight in Paris" con te.
Nel frattempo, continuo a schivare gli sguardi.
"Porca paletta hanno ammazzato degli africani"
http://jumpinshark.blogspot.com/2011/12/minisemantica-del-razzismo-da.html
10.12.11
A little bit of "Sterile Disgusto"
La ragazza era simpatica, tutto sommato, considerando l'appartenenza politica. Anche se mi viene il dubbio che il fascino ammaliante del buon Corradino abbia influito anche sul personaggio che si trovava di fronte. Corradino rende tutto più bello.
Ma non divaghiamo esageratamente sul mio amore per Corradino Mineo.
Mineo le faceva notare che questo non era per niente automatico parlando del Pd e che, s'era per quello, pure Bondi era stato nel PCI.
Lei ribatteva che Bondi aveva avuto il coraggio di cambiare idea e concludeva dicendo che "E' come per noi che veniamo da Alleanza Nazionale e dall'MSI... Ce l'hanno nel dna".
"<<Ce l'hanno nel Dna>> a casa tua! Da dove vieni, dalla Barbagia?" avrebbe detto la mia Prof. d'inglese. Si, beh lei non era proprio il massimo. Era berlusconiana. Che pizza.
2.12.11
Sporchi contemporanei
30.11.11
Un nome, due immaginari collettivi
Mi rivolgo a TE, comune mortale, uomo della strada privo di qualsiasi stimolo intellettuale che vada la di là di Figa, Pallone e Vanzina. Proprio a TE che, vagando tra i cestoni di dischi dell'Ipermercato, non trovi gesto migliore che acquistare compiaciuto il nuovo album di Mariano Apicella, convinto di aver avuto l'illuminazione per un "regalo-di-natale" simpatico, divertente e senza troppe pretese.
Sappi che, ascoltando quel pattume al contrario, non solo non udirai messaggi satanici, ma si materializzerà sulla parete più vicina un videomessaggio nel quale l'autore dei testi spiega quanto sia difficile trovare il tempo di scrivere canzoni d'amore tra una legge sul processo breve, un compleanno di Putin e un bunga-bunga a base di Fede e pasticche blu. E non sto parlando di Gigi D'Alessio.
Ma soprattutto sappi che, il nome "Apicella", per pochi eletti (tra i quali, grazie a Dio, non ci sei TU) rievoca ben altri ricordi.
Apicella (MICHELE però), prima di venire eretto a simbolo dell'Immondizia Musicale, è stato un simbolo "intelletual-sinistroide-che-tanto-mi-soddisfa-e-col-quale-mi-masturbo-pensando-a-quanto-ciò-mi-eleva-ad-uno-stato-elitario-ed-esclusivo" del Cinema Italiano. Non in quanto persona realmente esistente, ma in quanto alter-ego di un regista e sceneggiatore niente affatto banale. Criticato (non solo da quelli come TE, ahimè) ma, ribadisco, niente affatto banale (al di là dell'affetto che mi lega ai suoi film).
Dannatissima Ironia della Sorte.
L'Apicella di Ecce Bombo e Palombella Rossa messo in ombra da questo escremento.
Non riuscirei ad esemplificare meglio il degrado culturale con il quale sono costantemente costretto a rapportarmi.
Il mio immaginario rimarrà sempre migliore del TUO.
26.11.11
Paratassi
A leggerla così, sembra affettivamente frase ambigua, in realtà questa persona si riferiva, con solidale empatia, ad una mia tendenza alla scrittura. In certi momenti infatti, quando scrivo di getto, tendo a non soffermarmi più di tanto a quel fastidioso vincolo che è il punto, elaborando così frasi lunghe, cavillose, prolisse, ridondanti e ricche di subordinate. Questo ovviamente con grande dolore di tutti gli insegnanti mai incontrati durante i miei studi, che nel corso degli anni si sono dovuti districare tra i miei pensieri complicati, nel tentativo di farmi interiorizzare questa propensione moderna a volere frasi brevi, concise, paratattiche. Ed io lo faccio, svolgo bene i miei compiti. Metto tanti punti. Soggetto, verbo, complemento. Niente di più. Qui si ferma il pensiero. Al complemento. La subordinata resta un vezzo, una velleità per chi ha del tempo da perdere, ché questa società del consumo veloce ed immediato non si sofferma inutilmente su congiunzioni e – mondieu- su eventuali congiuntivi. (Non sia mai, il congiuntivo! Metti che poi lo sbagli? ) Quindi frasi brevi, concise, da poter leggere nei tempi morti, davanti a un caffè o ad altre tazze. Ché a questo si è relegato la lettura, ad una funzione secondaria da espletare in contemporanea ad altre, primarie, di maggior spessore.
Tuttavia, non divaghiamo, ciò di cui voglio parlare è proprio la scrittura. L’accusa, opinabile (ma d’altro canto qui non si parla di opinioni?), che io muovo ai cultori della paratassi è che essa violenta il pensiero. Mentre uno scrive, riflette, elabora ed infine predispone il materiale mentale in un materiale scritto, dà corpo ai legami concettuali, alle connessioni di pensiero tramite i nomi, i verbi e le congiunzioni, per trasporre infine ciò che esiste solo nella sua mente in un qualcosa di reale, tangibile e condivisibile con tutti gli altri. Se il mio pensiero è complesso e articolato, allora spezzarlo, segmentarlo, inserirvi per forza dei punti diventa un esercizio retorico di buoncostume, una cortesia verso il lettore che si trova facilitato nella lettura ma, a mio avviso, si va a snaturare il pensiero stesso. Lo si spezzetta, lo si modifica, lo si rende facilmente consumabile, tuttavia si perdono le connessioni tra un concetto e l’altro, si tralasciano gli aspetti meta-comunicativi ed i passaggi causali che la mia mente ha fatto per arrivarci. Si perde il meraviglioso uso delle congiunzioni, così ricche di sfumature in italiano. Ovvio poi, il lettore ha bisogno di pause, di respirare. Ma se ci fossero pensieri che vanno letti di filato, senza respirare, pensieri che tolgono il fiato? E’ vero che non sempre si può fare un flusso di coscienza, tuttavia il mio timore è che l’ipotassi venga sempre più relegata all’arte narrativa, facendo scomparire le subordinate dalla lingua scritta e parlata. Niente più gerarchie quindi tra i concetti, tra le parti della frase, niente articolazioni. La complessità dei pensieri non sparirà, solo non riuscirà a trovare sfogo nella scrittura, dovrà accontentarsi di essere espressa entro i limiti di poche coordinate, tra un “e” ed un punto fermo.
(detto questo, chiedo scusa per la lungaggine qua sopra, era giusto un piccolo sfogo d’esordio. D’ora in poi, solo post d'attualità, lo prometto!)
24.11.11
Quesiti oziosi (in attesa di post più seri)
19.11.11
In bilico
Verso la totale incomunicabilità, la definitiva mancanza di complicità.
Si cresce, si matura, si prendono direzione diverse... Tutto più che legittimo, ci mancherebbe.
Però si potrebbe evitare quel passo di troppo, quell'inutile barriera che annienta l'altra persona.
Ci sono molti modi per deludere. E c'è chi, come te, sceglie il più grigio, il più banale, il più incolore.
Come diceva quella canzone che ci piaceva tanto? "Il peccato fu creder speciale una storia normale". Già, ci cascano tutti prima o poi in 'sta fregnaccia.
Cazzate, comunque.
Devo essere proprio chiuso nel mio piccolo, squallido mondo per anteporre le mie insulse vicende personali ai grandi sconvolgimenti che stanno sconquassando l'Italia.
Ma in questo periodo, il Governo Tecnico che vige in me da un paio d'anni non concede pause. Lacrime e Sangue. Sono alla ricerca della mia Legge di Stabilità, ma la strada pare che sia lunga. Non ho nemmeno voglia di fare battute sul ministro Passera.
Certo, anteporre il personale al sociale è da egoisti, lo so. Ma tant'è.
Fino a qualche tempo fa mai e poi mai mi sarei perdonato di provare così poca partecipazione emotiva ad una eventuale (e allora improbabile) uscita di scena di B.
Ma tutto ciò doveva avvenire per rivolta popolare, per indignazione concreta della gente, per ghigliottina. Allora sì che avrebbe avuto un altro sapore. E invece no, ci siamo dovuti sorbire l'ennesimo videomessaggio. Amarezza.
Grigio, banale, incolore.
"Il peccato fu creder speciale un nemico normale".
16.11.11
All'attenzione del Dott. Kounellis
In fede,
Pier Pippo Pizzaballa
Che pizza l'attualità...
Qual è il vero compito di un blogger? informare? informare e dare un proprio punto di vista? scrivere alla cazzo? informare e far riflettere? scrivere alla cazzo? A me per dire piace quando su un fatto di carattere sociale si fa un'analisi acuta che sviluppa più chiavi di lettura, che va oltre al mero…ecco mi sono già annoiato! Se vado su Badoo e cerco di rimorchiare quante più smandrappe possibili sono un piacione o sto facendo un'inchiesta su quanto siano effimeri i rapporti umani nel 21esimo secolo?
Bè io non ci sto cara Maarama 22 anni, solare, timida e generosa che vuole un ragazzo sicuro di se e non frocio no! Non ci sto! E lo sai perché? Perché non ho alcuna intenzione di parlare di attualità! Ed è per questo che avvierò qui su questo Blog la rubrica: “STERILI, VECCHIE, FUTILI POLEMICHE DA RIMESTARE COL SENNO DI POI”! Ho le palle d’oca! Non siete elettrizzati?
Rimanete sintonizzati!
14.11.11
Satana e la compiacenza
Eccomi qui con un post mandato in vacca. Di nuovo.
Eh, mio prozio dice sempre che le idee migliori ti vengono sotto la doccia, ma oggi non ne ho avuto tempo.
Così, le buone idee che ho le butto un po' là. In vacca.
Dopotutto, è meglio mandare in vacca un post o un'intera nazione?
[applausi]
Una tipica frase da talk show. Quando vuoi ottenere gli applausi fai una frase di questo tipo qui. Poca spesa, massima resa.
No, perchè insomma, ieri pomeriggio ho visto, mio malgrado, una replica di uno show televisivo in cui l'ospite era Laura Pausini. Sembra che non centri, ma aspetta. Tra scherzi vari, e pompini a vicenda (uh, ma quanto brava sei tu, no, più tu, siamo bravi entrambi, dai!) arriva la frase di Laura: "Non mi sento una star, le vere star sono quelli che fanno volontariato".
[applausi] [delirio]
Beh, dici una frase così, e sai già che, nel programma che ti hanno creato attorno, gli applausi fioccheranno.
Poi vabè, quando parte il servizio su tutte le opere di bene finanziate dalla diva, si dai, non mi dire Laura, sei anche tu tra le star? Anche lei tra le star.
Ma di colpo, una presenza mefistofelica fra il pubblico.
Un lampo ne rischiara il volto fino allora nascosto dalle tenebre .
13.11.11
Subbaqqui di Firenzi.
Il nuovo che avanza, il twitteratore per eccellenza e un immagine del profilo di face book che lo ritrae in giro per le vie fiorentine con la sua bella bicicletta. Da buon bravo sindaco.
Dal mio punto di vista, personalissimo, credo sia un tonno di dimensioni cosmiche. Solo tonno però, un insulto lieve, non lo flagello, non ce l’ho con lui.
Sindaco di una delle città più importanti di Italia a 35 anni, cosa fa, ci prova, ci prova a buttare qualche sassettino nel mare e a far rumore, un pò scomodo in realtà, una mosca che ronza mentre sei indifeso sulla tazza che ti leggi il 458 di Tex..niente di abominevole.
E non ho neanche paura di un clone di Rutelli, lo si segue volentieri su twitter, interessante all’ascolto, a parte l’imbarazzo che provoca il suo neo così in vista mentre lo si guarda, e dalle idee alla fine quasi quasi condivisibili. Io credo si, che sia in futuro qualcuno di rispettabile, ma che ora stia scalciando come un vero tonno pinne gialle può saper fare pensando “Orpo, sono il sindaco di Firenzi io, posso dire la mia? Eh? Eh? Eh?” e poi quando la dice si rende conto (ovviamente dopo) di aver pestato i piedi a qualcuno e si ritira in silenzio come i “non lo faccio più”. Oppure i meravigliosi guizzi da delfinattero della serie “Ma si, potremmo rifare la facciata della chiesa di S.Lorenzo in fucsia e giallo pois, così risalta il suo splendore” e Michelangelo intanto si è risvegliato, è andato a Las Vegas a sputtanarsi tutti i suoi averi, è rimorto, ri-risorto, cantato e pippato insieme a Mick Jagger urlando nudo “Tanto non ho più nulla da perdere” e poi si è risteso nella sua fossa pensando che tutto questo era soltanto un sogno.
Largo ai saluti e alle presentazioni, il Guazzetto nasce, io sono Prometeo, e anche io..come tutti voi d’altronde, ascolto RDS, radio dimensione suono, e sono anche la Coop, ancora una volta, come tutti voi.
12.11.11
Cin
Però, accidenti, son soddisfazioni.

Un muro bianco
E la possibilità - il diritto - di lasciare un segno.
Non il timore della pagina bianca ma il potere di dar parola a ciò che è muto, dare senso al vuoto, plasmandolo a propria immagine. Anche spaventandosi di fronte al proprio ritratto.
E' la creazione che esalta e atterrisce. La consapevolezza, nel proprio piccolo, di essere Dio.
Sentir vibrare tra le dita l'istinto primitivo che spinge a dar forma al pensiero, che obbliga ad approssimarlo e appiattirlo su una superficie, purché qualcosa rimanga, nel bene o nel male, a testimonianza del proprio passaggio. Con la consapevolezza che nessuna rappresentazione potrà mai descrivere appieno le vibrazioni che scuotono l'anima.
E' la volontà di far sopravvivere una parte di sé, perché un domani altri occhi possano rimirala.
Occhi diversi.
Che osserveranno, muti, supponendo ciò che è stato.
11.11.11
Personaggi scomodi (Ezra Pound)
Ogni tanto si deve fare i conti con personaggi scomodi, personaggi che possono incrinare qualche convinzione.
Ezra Pound è uno di questi.
Ezra Pound è l'esempio lampante che imbrigliare un artista in un'ideologia è un'azione estremamente pericolosa, e andrebbe sempre evitata. A maggior ragione quando questa strumentalizzazione ha lo scopo subdolo di fornire una dimensione culturale dove proprio non c'è(e questo, a chi lo ha eretto a monumento delle proprie schifezze, non lo perdonerò mai).
Ezra Pound è anche l'enorme frustrazione di non poter provare per l'uomo la stessa stima, la medesima adorazione che si prova per l'artista.
Ezra Pound costringe ad andare oltre a un'etichetta, ad approfondire una banalizzazione.
Ezra Pound è il senso di disagio e di spaesamento che si prova a leggere l'opera di un pensatore che la prassi comune vorrebbe che venisse disprezzato da chi la pensa come me, in quanto "avverso", e trovarsi, guarda un po', a leggere poesie stupende.
Sarebbe più facile pensare che sia stato solamente un fascistaccio che ha dato il nome alla celeberrima "Casa Pound". Sarebbe più comodo. Ma, ahimè, non è così.
8.11.11
Sull'orlo del baratro

7.11.11
In attesa di qualche cosa
Ora, essendo io nato nel 19**, ho una coscienza politica nata durante il regno berlusconiano.
Berlusconi ha intasato quasi ogni discorso politico, ogni orizzonte politico, ogni spazio di speranza, da quando mi interesso di politica; ha intasato così tanto le coscienze e le bocche, con la sua presenza, che molti, si sono ridotti a chiamarlo con la sola lettera B.
Oggi B. non se la passa affatto bene, ma ora è sera, e il giorno del giudizio potrebbe arrivare da un momento all'altro. Non c'è molto da fare per rendersi utili.
Ma come dice mio zio, le idee migliori spesso ti vengono mangiando e così questa giornata l'ho passata a mangiare, nel tentativo di analizzare questa situazione così in bilico. Idee non me ne sono venute e mentre attendo l'evolversi della situazione senza che nessun blog o giornale possa riuscire a saziare definitivamente la mia fame di notizie davvero pregnanti, mi chiedo se Berlusconi sia davvero finito.
Quando i giornali dicono che questa è la sua fine, intendono dire che è la fine del suo governo o che è la sua fine vera, fine fine, FINE?
Un tipo di cui voglio parlarvi
Lo conobbi in un angolo polveroso di una libreria, incuriosito più che altro dal fatto che venisse citato come fonte di ispirazione da più di uno dei miei autori satirici preferiti.
Fu amore a prima vista (prima lettura)? Decisamente no.
Scriveva in maniera talmente semplice da risultare quasi scolastica, a primo impatto. Mi ero già imbattuto in talmente tanti autori contorti che uno stile del genere non poteva soddisfarmi. E soprattutto "non faceva ridere". Shock tremendo, dato che era il punto di riferimento, tra gli altri, dell'antipatico ma efficacissimo David Letterman.
Poi, col tempo, mi resi conto che i geni comunicano attraverso diverse chiavi di lettura.
Vonnegut non aveva bisogno di toni eclatanti.
Riflessioni amare, caricature paradossali, invettive corrosive ma mai "urlate", sono le armi che si nascondono dentro le sue storie lineari e dirette.
"Ghiaccio 9", "Mattatoio n.5", "Galapagos", "Dio la benedica signor Rosewater" dovrebbero diventare oggetto di studio nelle scuole.
Vonnegut è morto da qualche anno. E Fabio Volo è ancora vivo.
La probabilità che anche solo uno dei lettori di questo post corra a setacciare le biblioteche del circondario per accaparrarsi un paio delle sue opere è pari a quella che io domattina mi svegli abbracciato ad un cane con la mononucleosi. Quindi molto elevata (scusate se insisto con questa storia, ma purtroppo mi capita sovente). Ho molta fiducia nei lettori del Guazzetto. Non deludetemi. O perlomeno uccidete Fabio Volo.
"Dite quel che volete del sublime miracolo di una fede senza dubbi, ma io continuerò a ritenerla una cosa spaventosa e vile"
6.11.11
Mutazioni
E' arrivato il capitalismo e pensavamo di essere diventati tutti consumatori: lavatrici, tv-color, pagine patinate di Cioè d'annata.
Poi si è andati oltre, credevamo d'esserci emancipati, tirava aria di nuova era.
Internet, produzione di contenuti, tweet, social networking. Blog.
Ci sbagliavamo.
Semplicemente eravamo divenuti tutti pubblicitari.
4.11.11
Ecce Cameron.
2. Questa scelta è terribilmente in linea con principi economici e teorie illuminanti di autorevolissimi pensatori ( vedi Joseph Stiglitz e Amartya Sen), come se in Italia le cariche più importanti dello stato si facessero suggerire dagli intellettuali circa le loro quotidiane attività istituzionali: “Ehi Umberto Eco avevi ragione sulle thailandesi!”.
3. Quanto può essere veridico un indice sulla felicità? In un grafico che ometterò di pubblicare per ignoranza in merito ai diritti di autore risultava che alla domanda “quanto sei felice da 1 a 10” la nazione più gioiosa fosse la Nigeria, mentre un altro stato che ha preceduto la Gran Bretagna in quanto a FIL (acronimo che scimmiotta il PIL ma con la F di felicità, non l’ho inventato io, giuro!) è stato il Bhutan! Io stesso se mi chiedono come sto tendo sempre a rispondere “tuttobenegrazie”.
4. L’iniziativa è comunque lodevole a mio modesto parere perché se non altro avvia un discorso che sarà il filo conduttore del pensiero economico di questo secolo, un nuovo paradigma che ha alla base la teoria dello sviluppo sostenibile e non quello dello sviluppo a tutti i costi del PIL; sì lo so, sono fumoso, è che questi argomenti richiedono una certa capacità di semplificare senza banalizzare di cui a quanto pare sono sprovvisto. Il PIL nazionale si basa su quanto lo stato ha prodotto/venduto per cui non tiene minimamente conto ne dell’occupazione ne dell’allocazione del reddito: per uno stronzo che nel 2011 si compra una barca nuova da un milione avremo una crescita del PIL di un milione (non mi sto riferendo a D’Alema) e non credo che un cassaintegrato ne possa gioire più di tanto!
3.11.11
Il ciclico rifiorire della vita

Come sa bene chi mi conosce, ho spesso delle grandi idee.
Come sa bene chi mi conosce bene, spesse volte, quelle idee non le porto a termine. O le porto a termine male.
O le porto a termine bene e me ne dimentico.
E così questo post è ciò che di meglio sono riuscito a fare.
Hanno manifestato in modo non autorizzato, e io li sostengo, vacca se li sostengo, miseria pira!
E' il "movimento" che riparte dopo l'ennesimo terremoto d'immagine che li ha colti. (Il 15 ottobre, per chi se lo fosse perso).Il commovente rifiorire ciclico della vita.
Primo municipio: piazza Bocca della verità, della Repubblica, San Giovanni, Piazza del popolo, e le sedi isituzionali.
Accipicchia! (altre esclamazioni aggiornate). Sembra quasi che la chiusura riguardi i posti più in vista per una manifestazione. Protesta quindi che mi è simpatica. Si. (qui qualche deprecazione della violenza)
Al TG5, quello buono, quello più innocuo (Mediaset non crea problemi a chi la pensa come Renzi. Di qualunque partito faccia parte), mi seguite?
Dunque, mentre mi mangiavo un giusto piatto di pasta a casa di mia nonna dopo la visione di Forum, il programma di quella tizia che si scopa i cani (questo da togliere), ai manifestanti veniva dato un "certospazio" al TG5.
Dopo una presentazione che li definiva in modo lusinghiero come "i soliti" dei collettivi anticapitalisti, dei centri sociali, dei pancammerda e dei "piripicchi" (l'ultimo dei quali forse non ecc.), insomma, dopo questa lusinghiera presentazione, e dopo la giusta stigmatizzazione che la "violenza brutto", c'erano due interviste a due manifestanti.
Troppo ingenuo per questo mondo di squali
In codeste circostanze percorro una strada, per evadere da questa "non-realtà". Lungo il cammino incontro di tutto: persone meravigliose, personcine mediocri, inetti disarmanti, stronzi che mi tirano lattine di birra vuote. Un quadro non felice, decisamente.
Eppure non è sempre stato così. C'è stato un periodo nel quale non ero costretto a rifugiarmi tra i miei fantasmi.
Mi ricordo di giornate stupende, attaccato a Radio Rai a commentare GR Parlamento in compagnia dei miei amiconi, con calorose pacche sulle spalle ad ogni battuta quantomeno passabile.. E poi all'imbrunire via di corsa a sintonizzarci su Ballarò sorseggiando cedrata Tassoni. Eravamo accompagnati dall'utopia di poter cambiare il mondo. La felicità era quella e la assaporavo in tutta la mia spensieratezza.
Poi qualcosa è cambiato. Ho cominciato a volere di più, sempre di più. Ed è stato un attimo.
Ti addormenti sul divano cullato dalle dolci parole di Giovanni Floris e ti svegli in post-coma etilico abbracciato ad un cane con la mononucleosi.
Ora non c'è più GR Parlamento a riempire i miei pomeriggi, a tenermi ancorato alla "realtà."
Bukowski ha preso il posto di Veltroni, John Fante quello di Mastella. L'inquietudine ha sopraffatto la lucidità, i fantasmi della mente hanno scalzato l'impegno.
Non ne vado fiero, ma paradossalmente sto più sereno così.
Il disagio non lo puoi programmare, non si può prevenire. Non ha a che fare con la maturità. Ti prende, ti rivolta, ti fa sentire fuori contesto quasi ovunque. Ti paralizza. Come lo sguardo di Gasparri durante le interviste.
Honos ti ho tradito?
2.11.11
Euterpe, tu spacchi

C'è la crisi economica, la sfiducia internazionale, la derisione planetaria.
Ma, vi garantisco, rimpiangeremo questi giorni.
Li rimpiangeremo nonostante l'innalzamento dell'età pensionabile, l'aumento dello spread, il fatto che la Santanché, in barba al suo ruolo di Ministro-di-non-è-importante-cosa, non sappia cos'è lo spread.
Li rimpiangeremo malgrado le conferenze stampa in inglese di La Russa.
Nemmeno il pensiero della nostra democrazia sbeffeggiata e sminuita dal Merkozy, il temibile premier bicefalo franco-tedesco, ci turberà più tanto quando ci ripenseremo.
E tutto ciò perché la bilancia ha sempre due bracci.
E se su un piatto c'è la desertificazione economica, l'ignominia internazionale e quest'insopprimibile desiderio boldiano di far cucù da dietro le spalle della Grecia, sull'altro c'è una notizia che irrora l'animo di viva soddisfazione.
Perché il mancato avvenimento di certi fatti, in determinate congiunture storico-culturali, non può che essere accolto con gaudio. E ciò è vero sotto innumerevoli punti di vista, che siano essi politici, artistici, economici o veterinari.
Sì, insomma, l'uscita del nuovo disco Berlusconi-Apicella è rimandata.
A data da destinarsi.
Io credo nelle muse.
1.11.11
Mi presento, sono Sergio!

Come fare un figlio, ma molto più part-time
Poi io non sono gran che coi discorsi d'inaugurazione, quindi credo non ne farò.